TRANQUILLI, TUTTO COME DA COPIONE. LA NOSTRA ANALISI
Dopo Monti arriva Draghi e il copione è lo stesso. Entrambi sono i salvatori del paese, entrambi sono voluti dall’Europa. Ci spiegano che la differenza c’è: uno ha tagliato la spesa e messo tasse mentre il secondo avrà soldi da spendere. Ma la realtà è che nel primo caso non si poteva fare debito mentre nel secondo sarà portato a una cifra per cui non saremo più in grado di ripagare. Draghi è uomo del capitalismo internazionale e nel mondo occidentale a cui apparteniamo il sistema del capitale detta legge, ecco perché accusare Draghi sulla questione del Britannia è una sciocchezza, fece semplicemente quello che i capitalisti fanno da sempre: speculano. È come accusare Marco Rizzo di parlare di lotta di classe, di interpretare tutto quello che avviene in Italia come nel mondo in una ottica di scontro tra chi detiene la ricchezza e chi è il lavoratore. Vi sono diverse questioni che si potrebbero affrontare, chi legge il Talebano sa bene come la pensiamo: La UE non funzione, ma il nazionalismo è un problema. La strada da seguire per noi è quella di creare una Europa sociale dei popoli. Oggi è possibile, ricordiamo che la Gran Bretagna è uscita dalla UE e questo cambia tutto. Il sistema capitalista vuole smembrare gli accordi dei paesi europei per poterne dettare altri, governati però dal sistema capitalista dominante negli USA e basato sul modello anglosassone. Chi predica un ritorno alle nazioni versione ‘800/’900 non capisce che il mondo è cambiato. Gli stessi USA devono mantenere il loro dominio con guerre e cercando di sottomettere il mercato di 500 milioni di europei. No, la nostra strada non è la UE e nemmeno il nazionalismo. Siamo patrioti e siamo per un’Europa dei popoli. E allora cerchiamo di capire cosa sta succedendo. Portare Draghi alla presidenza del consiglio è una operazione in atto da mesi, basta leggere i vecchi giornali dove da Salvini a Renzi si faceva il suo nome. Si devono scindere quindi i proclami dalle reali intenzioni dei segretari di partito. • La Lega di Salvini è anche oggi il primo partito in Italia ma sia in Europa che in Italia non ha nessun tipo di potere. In questi mesi la dirigenza del partito ha fatto notare che non servono i voti se poi non si è al governo. Inoltre si è compreso che per governare c’è la necessità di non avere posizioni estreme in antitesi con la Germania e l’Europa. Giancarlo Giorgetti ha quindi iniziato ad agire da oltre un anno, prima incontrando la vecchia guardia dei parlamentari della Lega e poi i tanti imprenditori del nord. Poi è volato in Germania e ha “discusso” con i dirigenti della CDU. • Dopo avere fatto la scissione dal PD, Renzi ha lavorato per posizionarsi tra centrodestra e centrosinistra in modo da divenire domani l’asse delle decisioni. Il capo di Italia Viva fa politica e sa farla, ecco che a lui serviva tempo per creare una situazione per legittimare la fine di Conte (se l’ex presidente del consiglio non entrerà nel governo Draghi sarà difficile per lui resistere politicamente e mediaticamente per un anno e oltre) e mettere in difficoltà definitivamente il movimento 5 stelle (da movimento antisistema in poco piu’ di due anni sono riusciti a stare con la Lega prima, con il PD sino a ieri e domani anche con Berlusconi). Passiamo oltre: • il governo Draghi si farà. • Si eleggerà il nuovo presidente della repubblica • Si andrà a nuove elezioni (qui nascono le incognite vere, sarà fatta una nuova legge tipo proporzionale come sembrava certo sino a qualche mese fa? Gli schieramenti saranno certi come alle ultime elezioni politiche?). Oggi si gioca la partita del dopo elezioni, la Lega sostenendo il governo Draghi si dimostra un partito cambiato non più in lotta con la UE ma pronta a mettersi d’accordo. Inoltre sarà al governo con Renzi e quindi domani, nel caso la legge diventi di tipo proporzionale, potrà puntare anche a una alleanza con i partiti di centro. Renzi cercherà di trovare accordi con parte di Forza Italia ormai lasciata alla guida di Tajani e quindi più proiettata a logiche di potere che a difendere gli interessi del Silvione nazionale. Il movimento 5 stelle perderà molti consensi ma resterà in parte collegato al Partito Democratico per cercare di restare comunque al governo anche in futuro e il Partito Democratico farà come sempre: perderà le elezioni ma tenterà di andare a governare in qualsiasi modo. E la scelta di Fratelli d’Italia? La coerenza è ciò che contraddistingue Giorgia Meloni e il suo partito, alcuni l’accusano di avere sostenuto il governo Monti dimenticandosi che in quel momento era solo una deputata del Pdl, in una situazione totalmente alla deriva dopo la caduta di Berlusconi: fu proprio in risposta all’ appoggio che il Pdl diede a Monti che nacque il progetto di Fratelli d’ Italia. Bisognerà però aspettare le elezioni del 2013 prima di poter eleggere qualche deputato. Da quel momento in poi, sino alle Europee del 2019, FDI non sarà considerato un partito forte e autorevole, ma con il superamento dello sbarramento del 4% ed eleggendo i suoi rappresentanti anche nel parlamento europeo tutto è cambiato. La Meloni punta a restare all’opposizione per difendere il ceto medio e le partite iva che probabilmente subiranno ulteriori situazioni negative. Non sarà opposizione dura ma di contenuti sottraendo molti elettori di destra alla Lega. Mentre Matteo Salvini non è assolutamente ben visto in Europa, Giorgia Meloni ha lavorato a livello internazionale per accreditarsi in modo autorevole e quindi domani non avrebbe la UE contro, non vi è un pregiudizio negativo come con il segretario della Lega. Questo è anche uno dei motivi per cui Giorgia Meloni può stare all’opposizione del governo Draghi. Lo abbiamo scritto in diversi articoli, non solo i voti ma anche l’autorevolezza e la strategia sono importati per andare al governo. Fabrizio Fratus ![]() |
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