UGUALI MA DIVERSI
Il viaggio in Italia di Aleksandr Dugin ha rilanciato il dibattito su identità e comunitarismo
Il termine identitarismo, insieme al correlato neologismo sovranismo, è un concetto oggi sempre più diffuso ma purtroppo dobbiamo constatare che in molti casi i significati di questi termini sono confusi e spesso svianti in quanto funzionali al mainstream. Identitari sono nazionalisti, etnoregionalisti, chi difende la famiglia e le Tradizioni e indubbiamente si tratta di un fenomeno variegato. Ma oggi questo complesso mondo si trova accomunato da un comune destino: quello della sopravvivenza antropologica del concetto di popolo come entità organica e della sua risposta dialettica al mondialismo con il correlato fenomeno del populismo. Sotto questo aspetto è particolarmente interessante il pensiero di Alexander Dugin, reduce da un recente tour italiano che si è concluso con il convegno “Identitas: uguali ma diversi” del 15 Giugno ad Udine. Proprio Il nostro paese sembra essere un laboratorio di questo momento storico, sia col governo giallo-verde, sia sullo sviluppo di movimenti politico-culturali alternativi al sistema, e il citato convegno in cui ha partecipato il filosofo e politologo russo è stato centrale nel dibattito odierno. Infatti tra le istanze, che in modo sempre più insistenti emergono vi è il bisogno di identità. Rimandando i lettori agli interventi della conferenza che ospitava nomi del calibro di Massimo Fini, Diego Fusaro e Alexander Dugin, questo evento è stato certamente fondamentale per riflettere sull’identitarismo. Per noi comunitaristi è un tema fondamentale e per questo non possiamo esimerci dall’intervenire in questo dibattito. Infatti se il concetto di comunità è centrale nel dibattito filosofico,sociologico e politico occidentale, il termine comunitarismo è un termine piuttosto recente e polisemico ma per noi cruciale. Infatti oggi predomina l’individualismo che è la concezione antropologica del liberalismo, che si è imposta sia rispetto al concetto di classe tipico dei socialismi e comunismi, sia su quello di nazionalismo-fascismo. Il predominio del liberalismo genera alienazione e l’alienazione è il risultato dell’oblio della natura comunitaria e Tradizionale dell’ uomo. Lo scopo del comunitarismo è la presa di coscienza di questa alienazione e la elaborazione di un alternativa. Notiamo che il concetto di popolo come entità integrale nella visione di Alexander Dugin della sua Quarta Teoria Politica, è molto affine al nostro concetto di comunitarismo e della sua proiezione nel concetto nel concetto di Europa dei popoli. Questo concetto è più complesso anche se non in contraddizione con l’ idea di un’ Europa delle regioni cara al vecchio leghismo. Infatti nel definire il concetto di popolo e di comunità si disegna un nuovo soggetto politico alternativo al liberalismo. In pratica non più il clevage centro-periferia di cui Nord e Sud è una variabile, ma le contraddizioni insite nella democrazia liberale tra elites plutocratiche liberali ed esigenze comunitarie popolari, che sono di natura esistenziale oltre che di natura sociale ed economica. In questo facciamo notare, che le più recenti e raffinate elaborazioni del convegno di Udine, sono in linea col percorso del Talebano che da anni si batte per una alternativa politica e culturale e ha espresso in Vincenzo Sofo un esponente di una nuova generazione politica di identitari. Le polemiche scatenate da questo convegno sono un chiaro segno di isteria di un sistema che si definisce liberale e democratico ma si trova in forte imbarazzo a chi solleva certe contraddizioni.
Rispondi