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LA NOSTRA EUROPA E’ GRECO-LATINA

La pandemia di Covid-19 ha mostrato i diversi limiti e contraddizioni, tra questi oltre alla crisi irreversibile della globalizzazione abbiamo un altro nodo che viene al pettine: la Unione Europea. Un gigante dai piedi di argilla che di fronte a questa crisi globale si è schiantata con la realtà con il suo non incidere all’interno dei propri confini e il poco (per non dir nulla) peso nello scacchiere internazionale. Da europeisti convinti non possiamo commettere l’errore di celebrare il suo funerale, o peggio ancora, fare da sponda a chi ne vorrebbe la completa distruzione; l’Italexit non è la soluzione, anzi ne diviene la sua eutanasia.

La nostra Europa non è nata il 25 marzo 1957, con il Trattato di Roma che istituisce la CEE, ma affonda le sue radici- millenarie- nell’epoca classica, dove la civiltà greco-latina ha unito i popoli europei insieme all’universalismo cristiano. Millenni di Storia legati indissolubilmente da un destino che nel Diritto Romano, la culla di tutti gli istituti e ordinamenti giuridici europei, ha le sue fondamenta; le cattedrali e i monasteri, il collante della spiritualità, e l’architettura e l’arte nel susseguirsi dei vari secoli rappresentano la manifestazione della nostra bellezza. Dopo le due guerre civili del XX secolo (la prima e seconda guerra mondiale) la nostra Europa è andata incontro ad un fallimento dovuto a una costruzione al contrario di ogni dimensione comunitaria, infatti l’UE è partita da una edificazione prettamente economica, occupandosi di regolare un mercato interno e introducendo una moneta unica, senza mai trovare una sintesi politica e militare. Un governo di meri grigi burocrati, che cura gli interessi prettamente privati e lobbistici, hanno relegato il nostro vecchio continente in una mera periferia e infatti non abbiamo la possibilità di nessuna scelta in campo internazionale. A tutto questo non possiamo e non dobbiamo cadere nello sterile nazionalismo, che proprio come i burocrati della finanza internazionale, vogliono recidere le nostre radici e cancellare il nostro sogno europeo. Nell’era globalizzata non si può più ragionare, e pensare di incidere, dai cortili della propria nazione, il Divida et impera viene comodo a chi ha l’interesse che l’Europa rimanga solo una espressione geografica in balia degli interessi geopolitici delle grandi potenze.

Al fallimento della UE noi rispondiamo con l’Europa Greco-Latina! Il nostro talebano ed europarlamentare Vincenzo Sofo, in diverse interviste, ha elaborato e lanciato la proposta di una alleanza tra i popoli latini e greci (Italia, Spagna, Portogallo Francia e Grecia) che rappresentando quasi 200.000 di europei potrà portare avanti una visione mediterranea e romana. Questi paesi rappresentano, non solo, l’ossatura storica e culturale del vecchio continente ma quel naturale ponte di relazioni e influenze con l’Oriente. Costruire un esercito europeo che ne difenda i suoi confini e i suoi interessi; una unità/sintesi politica – nella forma di una federazione- che riequilibra le fughe in avanti degli egoismi di alcuni paesi della zona nord d’Europa e getta le basi di una dimensione politicamente realmente coesa. Inoltre è necessaria una banca centrale europea che non sia più privata ma espressione di un organismo, stile ministero dell’economia e del tesoro europeo, in tal modo si tutela la sovranità monetaria.

“Là dove cresce il pericolo, cresce anche ciò che salva” diceva Holderlin, e sulle macerie dei globalisti- e dei signori della Silicon Valley- dobbiamo edificare quella salvezza chiamata Europa Greca-Latina.

Domenico Barbaro

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