SALVINI IL VERO LEADER
Il 4 marzo si è votato, il presidente Mattarella non ha voluto dare incarico a Matteo Salvini come leader di tutto il centro destra, costringendo di fatto, il segretario della Lega, a trovare altre soluzioni per cercare di dare un governo identitario e sovranista al Paese. Ecco allora nascere il tentativo di trovare un accordo tramite il “contratto” di governo con Luigi di Maio e i 5 stelle.
I due leader stravolgendo le metodologie, la comunicazione istituzionale, i rapporti con il Presidente della Repubblica e il Parlamento, stanno cercando di trovare un compromesso su due programmi che in alcune parti divergono ma che, nella sostanza, hanno la volontà di dare voce alla maggioranza degli italiani e non più ai consorzi di potere. Questo compromesso, che alcuni intellettuali politicamente corretti criticano, è in realtà la base fondante di ogni democrazia e per questo motivo, Salvini e Di Maio, vanno assolutamente elogiati per quanto hanno e stanno facendo in questo periodo.
Certo, il contratto presentato lascia spesso perplessi, in alcuni punti vi sono contraddizioni e semplificazioni, ma la direzione è tracciata e la sintesi programmatica da cui dovrebbe partire il nuovo governo è, nella sostanza, molto positivo. Da almeno tre anni parlo di un’alleanza tra Lega e M5S per rendere inoffensivi Silvione e Renzi. In questo accordo avrei voluto vedere anche Giorgia Meloni, donna, giovane, capace e, se messa alla prova, spregiudicata, ma per ora sembra voglia stare all’opposizione, anche perché nessuno l’ha coinvolta. Peccato.
Quello che più mi rende perplesso, però, è la volontà di entrambi i leader di chiedere conferma del contratto ai propri iscritti e simpatizzanti. Sicuramente alla base di questa scelta c’è la scappatoia, che entrambi si riservano, per poter far saltare tale accordo anche all’ultimo, ma senza considerare tatticismi e strategie, proviamo a prendere in considerazione le seguenti questioni:
1. Quanti di quelli che andranno a votare il contratto avranno letto tutto il contratto?
2. Lo avranno compreso anche nei passi più delicati?
3. I giornali e ciò che è stato “raccontato” sino a ora influirà nell’indicazione del voto a favore o contrario del contratto?
Oltre a queste legittime domande, mi chiedo sinceramente come mai due Leader vincitori e amati dai due rispettivi partiti scelgano di andare a verificare le loro scelte.
Un capo sceglie e si prende le responsabilità di quanto ha scelto, il segretario di un partito (quindi che ha avuto dai suoi iscritti il mandato di guidare il partito) e vincitore delle elezioni (quindi che ha ricevuto mandato dagli elettori di provare a governare) non deve chiedere ancora. Non deve consultare iscritti e simpatizzanti. Questo è l’errore a mio avviso.
Matteo Salvini ha vinto le elezioni, ha portato la Lega al 17% aumentando del 13% dalle ultime politiche. Ha vinto contro Forza Italia all’interno della coalizione. Ha vinto con la coalizione arrivando al 37%. Il movimento 5 Stelle è certamente il primo partito in Italia, ma l’aumento dei voti dalle ultime politiche è minore e quindi Salvini è il vero vincitore, e con suo 33% ha il 4% in meno della coalizione guidata da Matteo Salvini.
Matteo Salvini pur essendo, a tutti gli effetti, il reale vincitore, ha mantenuto un comportamento corretto con tutti i due leader della coalizione, Silvio e Giorgia, concordando con entrambi il suo tentativo di dare vita al governo assieme a Luigi di Maio e, inoltre, ha subito detto che se il suo nome come Presidente del consiglio fosse stato un limite, si sarebbe fatto da parte. In poche parole si è comportato da vero leader. Proprio per i motivi sopra esposti credo sia decisamente non corretto cercare una via di uscita tramite i gazebo per chiedere un ulteriore mandato. Una metodologia inopportuna che deriva da quella sindrome da primarie nata dal Partito democratico, metodologia deleteria e inutile.
Alcuni iniziano a sostenere una possibile alleanza elettorale alle prossime elezioni tra Lega e 5 Stelle, nel caso non riuscissero ad andare al governo, questo sarebbe assurdo, con la coalizione di centro-destra Matteo Salvini ha un programma ben definito e soprattutto, oggi, con la legge elettorale esistente, gli basterebbe un 1% per essere certo di avere oltre il 40%. Un punto percentuale facilmente conquistabile, soprattutto se si creasse una lista unitaria dei movimenti identitari e sovranisti della Destra in coalizione.
Fabrizio Fratus
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