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Socialismo: vietato l’ingresso ai poveri

Selvaggia Lucarelli con la polemica sulla Piscina Caimi ha sollevato non solo l’ira funesta di Andrée Ruth Shammah, la potentissima della nomenklatura culturale milanese, ma soprattutto un problema da risolvere: cioè che la nomenklatura culturale milanese (alias sinistra radical-chic) si sta zitta zitta impossessando dei gioielli di Milano per farne salotti privati a proprio uso e consumo.

Il senso dell’apertura dei ‘Bagni Misteriosi’ pare essere proprio questo: o perlomeno questo è quel che si è percepito durante la sua inaugurazione. Una parata di banchieri e politici di sinistra al cospetto della Shammah, che elogiava la sua (perchè così la sente) restaurazione paragonandola agli espropri proletari degli anni 70: peccato che i soldi, come ricorda la Lucarelli, li abbiano messi Ministero, Regione, banche e fondazioni varie. E che le tariffe di ingresso, nonostante la piscina sia di proprietà del Comune, sono maggiorate fino a quasi il doppio rispetto a quelle comunali. Un’espropriazione tutt’altro che popolare che rende la Piscina Caimi una bellissima veranda del Teatro Parenti che gli amici del suddetto potranno utilizzare per aperitivi a bordo vasca. Il milanese medio potrà andarci, ma sapendo di essere guardato di sbieco perché fuori luogo.

È la deriva che stanno vivendo tutti i gioielli di Milano. Tutti finiti in mano allo stesso giro di persone, tutti finiti per essere un ritrovo tra le stesse persone. La Cascina Cuccagna, affidata a personaggi noti dell’ambiente di sinistra che ne hanno fatto un locale alla moda (con vicende di mancati pagamenti ai lavoratori, a proposito di espropri proletari) e che oggi sono stati tirati dentro la gestione della Caimi. La Fabbrica del Vapore, uno dei luoghi con il maggior potenziale dal punto di vista della produzione culturale, lasciato preda in questi anni di inutili eventi autoreferenziali ad opera di associazioni amiche degli amici. La Scala, un tempo fiore all’occhiello di Milano nel mondo e oggi teatro di un triste declino, con un sovrintendente amico degli amici che passa il tempo a mercanteggiare scenografie con gli amici degli amici mentre i costi salgono e gli spettatori diminuiscono, diventando ormai luogo di ritrovo solo per gli amici degli amici. Eccetera eccetera.

Ai milanesi non resta che ammassarsi nella piscina del Lido o alle Colonne di San Lorenzo. Sempre che non decidano di spostarle per metterle nel salotto di qualche stimatissimo amico radical-chic.

La povertà – cito a memoria – non si raggiunge purtroppo facilmente così come si desidera; richiede una lunga applicazione e molti sacrifizi e, in fin de’ conti, ci si accorge che è molto più facile restare ricchi. (E. Flaiano)

Vincenzo Sofo per affartitaliani.it

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