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FEDERALISMO E LIBERTÀ

Muori libero, vivi federalista

In uno degli ultimi interventi pubblici, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha ribadito l’importanza del concetto di “Italie”, sottolineando la bellezza della pluralità del concetto di “Patria”, che, in un paese come il nostro, da sempre caratterizzato da una forte tradizione municipalista e regionalista, non può che coniugarsi in una prospettiva federalista.

Se certamente sono noti a tutti il ruolo svolto dalla Lega nord nel rilancio di una concezione federalista e l’intento di superare l’attuale stato-nazione giacobino guardando alla prospettiva macroregionale, molto meno nota è la natura del pensiero federalista, la sua storia e soprattutto la sua prospettiva metapolitica connessa all’identitarismo e al comunitarismo. Riguardo alla dimensione storica abbiamo citato, in precedenti articoli il testo Le radici del federalismo di Stefano Bruno Galli,  al quale associamo l’articolo Il pensiero federalista nell’altro Risorgimento di Lorenzo Busi (Terra Insubre n 26).

Quello che più ci preme è però soffermarci sulla attualità del pensiero federalista, non inteso in senso meramente istituzionale o di mero slogan indipendentista, ma di una elaborazione metapolitica, capace di interpretare le sfide della postmodernità, fornendo un’alternativa che coniughi il principio di autodeterminazione dei popoli, l’autonomia con collaborazione tra le parti all’insegna del coordinamento, sussidiarietà e pluralismo. Questo implica una democrazia partecipativa, che si regga su una forte identità territoriale e comunitaria. Non è un caso che Terra Insubre, vera e propria avanguardia federalista ed etnoregionalista, abbia ripreso e rilanciato una riflessione e dibattito circa un filone di pensiero federalista di dimensione europea, con curiosi echi oltre oceano. Infatti all’ inizio degli anni novanta, la rivista della new left americana “Telos” e il suo direttore Paul Piccone, la cosiddetta Nouvelle droit con Alain de Benoist in testa e le riviste “Diorama Letterario”  e “Trasgressioni”, in un rapporto non privo di scambi con la Lega Nord, hanno posto le premesse per questa elaborazione che coniuga federalismo e identitarismo. Per chi fosse interessato invitiamo alla lettura del testo “La rivoluzione federalista” (edizioni Settimo sigillo, 1995), del numero speciale di Diorama letterario  171 (settembre 1993, “L’ipotesi federalista”) e, ovviamente, della rivista “Terra Insubre”.

Andando oltre gli schemi destra-sinistra, il federalismo era una premessa indispensabile per una democrazia partecipativa basata su forte istanze comunitarie e sul decentramento dei poteri. Il lavoro metapolitico di Paul Picone non fu estraneo alle riviste “Diorama Letterario” e “Trasgressioni”, che in un dialogo con la Lega Nord si interrogarono sul tema che proprio il federalismo, filone importante nella storia europea, potesse essere lo strumento necessario per salvaguardare le culture minoritarie regionali, in un’ottica di revival etnico e di riscoperta di un patrimonio ancestrale vilipeso dalla mega-macchina mondialista. Sotto questo aspetto, Terra Insubre ha più di una volta sviluppato questi temi. Ne emerge, nella complessità del fenomeno in questione, sulla base della più compiuta elaborazione sviluppata da Alain De Benoist, l’importanza, fortemente sottolineata dalla “nuova” Lega di Matteo Salvini, della concretezza dei problemi territoriali (non più ascrivibili a vecchi schemi ideologici del secolo breve) il valore della fierezza della propria appartenenza territoriale, l’impegno civico contro lo stapotere dello stato, dell’eurocrazia, di un mondo uniforme, di un’informazione asservita al potere e, soprattutto, l’importanza di creare un fronte comune nel rispetto delle diversità.

Noi crediamo che le frasi citate da Matteo Salvini, abbiano delle basi in un pensiero metapolitico all’avanguardia, concretamente attuabile, sebbene scomodo a chi per ignoranza o malafede non vuole far emergere certe problematiche o certi “scomodi” pensieri.

Roberto Priora

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