MANDATE I BRONZI DI RIACE A MILANO. E’ PER IL BENE DELLA CALABRIA
Anche perchè lì a Reggio, li stanno facendo diventare dei femminielli
E’ stata ed è la polemica dell’estate 2014: il contendere di due pezzi di bellimbusti avvistati a mare. Non si tratta di una sfida tra donne alla conquista dell’ultimo belloccio da spiaggia, anche se a fisique du rôle sarebbero messi alla grande, bensì dei Bronzi di Riace. Attualmente tenuti (anzi, detenuti) a Reggio Calabria, l’ambasciatore Expo per i beni culturali Vittorio Sgarbi e il governatore della Lombardia Roberto Maroni hanno lanciato la proposta: portare i Bronzi a Milano in occasione di Expo 2015, così che possano essere ammirati e rimirati dai milioni di turisti in arrivo.
Apriti cielo. Governatori calabresi inferociti, assessori calabresi inferociti, consiglieri calabresi inferociti, sindaci inferociti. Ed essendo stato in vacanza in Calabria, anche una fetta di popolazione inferocita; tanto che su facebook spuntano gruppi ed eventi contro lo “scippo”. Neppure fosse le loro donne. La cosa bella è che molti di coloro che si adirano per la proposta di presa in prestito, i Bronzi di Riace dei quali son tanto gelosi neppure sono mai andati a visitarli. E molti di quei pochi che ci vanno, lo fanno a gratis: perché sono compari di quello che lavora lì, o compari dei compari, o compari dei compari dei compari. E quando sono lì a guardarli, mica lo fanno con devozione; li toccano, palpano loro i pisellini e i culetti sodi, li abbracciano per farci le foto. Neppure fossero le loro donne. Altro che rischi danneggiamenti dovuti ad eventuali trasporti.
Però i calabresi sono molto gelosi e orgogliosi. Di riedizioni aggiornate del “ratto delle sabine” non ne vogliono sapere. Pensano che così si impoverisca la loro terra, senza rendersi conto che sono loro stessi ad impoverirla. I Bronzi sono buttati in una sala di attesa di ospedale con poche anime di buona volontà a darvi attenzione. E non si venga a dire che vi è qualche possibilità che il turista straniero da Milano si diriga a Reggio Calabria solo per vedere due Bronzi buttati in un angolo. Anche perché arrivare a Reggio è un’impresa: la tratta aerea da Milano è talmente cara che quasi quasi conviene andare a New York; se arrivi a Lamezia, per sperare in qualche collegamento devi pregare il tuo dio preferito; i treni non esistono quasi più; la Salerno-Reggio Calabria non è ancora terminata… rimangono i pullman, quelli che usavano i nostri nonni negli anni 50 impiegandoci 20 ore per risalire la Penisola.
Qualunque calabrese di senno non può dunque farsi abbindolare dalla strumentalizzazione demagogica dei suoi amministratori: il prestito dei Bronzi non solo non è “furto” (la Lombardia, ricordo, è la regione d’Italia con più siti Unesco) ma anzi una mano tesa alla Calabria, un’opportunità per dire ai turisti che ai piedi dell’Aspromonte non c’è solo criminalità, ma anche qualcosa di interessante da vedere.
Sgarbi e Maroni non sono il lupo cattivo, ma la vostra unica speranza. Sempre che non vogliate restare nelle mani dei vostri scellerati amministratori locali.
Parola di calabrese.
Vincenzo Sofo
(tratto da La Padania)
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