NOSTALGIA DEL COMUNISMO
Avanti popolo alla riscossa,
bandiera rossa bandiera rossa…
Torna la nostalgia del comunismo. I paesi dell’Est iniziano a riconsiderare il recente passato come periodo migliore di quanto credessero, la farsa capitalista sembra sia già terminata e il consumismo non riesce a rilanciare le loro economie (questo, forse, anche a causa della crisi dei paesi “storicamente” capitalisti). A noi occidentali appare una follia anacronistica: davvero qualcuno vuole il comunismo? Realmente c’è chi desidera tornare ad un periodo di “povertà”?
Sondaggi alla mano, sembrerebbe proprio di sì. Probabilmente la logica nostalgica si basa su elementi concreti e anche condivisibili: il capitalismo crea benessere, certo, ma non a tutti e soprattutto si basa sullo sfruttamento e sul “furto”, per scomodare Proudhon. In cambio dell’”energia vita”, che non è riacquistabile, viene dato del danaro, che non sempre è proporzionale al lavoro svolto; poi, questo denaro non realizza i sogni delle persone, ma si limita a soddisfare dei bisogni materiali e superficiali, deprimendo allo stesso tempo l’esistenza e le aspirazioni della persona e la sua dignità.
Un meccanismo subdolo che si scontra con l’immagine di capitalismo inteso come ideale di equilibrio sociale e felicità individuale, come ci era stato dipinto nella seconda metà del secolo scorso. Una società di schiavi che non hanno il coraggio di ribellarsi perché hanno paura di perdere quanto hanno accumulato con il loro lavoro… Cioè un sacco di inutili cianfrusaglie che, in realtà, rende la l’Unico dipendente dalla Proprietà e non viceversa, per scomodare Stirner.
Va poi ricordato che nei paesi dell’Est, in realtà, il consumismo è per pochi, ossia per coloro che sono riusciti a recepire prima il meccanismo e ad adattarsi di conseguenza. In Russia, il 59% della popolazione intervistata in un recente sondaggio ha risposto che, durante il precedente regime, era “come se ci fossero più aspetti positivi che negativi nel comunismo”. Non dubito della veridicità del sondaggio e comprendo realmente la logica per cui la maggioranza delle persone a cui è stata fatta la domanda ha risposto in quel modo.
Ma il comunismo è una soluzione al capitalismo? No, la storia lo ha già dimostrato: seppur teoricamente sia un’alternativa, la sua realizzazione si è rivelata fallimentare. Noi del Talebano, invece, crediamo in un sistema basato sulle comunità in cui partecipazione, solidarietà, autoconsumo e Tradizione siano la base per la giusta convivenza, per il riappropriarsi della dimensione umana ormai persa a causa del materialismo. La grande mancanza dei partiti e movimenti presenti nelle istituzioni si rifà ancora ai modelli basati sul libero scambio o ai cosiddetti modelli di socialismo reale, che non hanno la capacità di elaborare nuove forme di società indipendenti dall’economia…
Una grande mancanza e un grande problema per il futuro.
Fabrizio Fratus
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