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FESTA DELLA DONNA? LA FESTEGGINO LE DONNE

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Piccola provocazione talebana per le nostre lettrici. Oggi 8 marzo è la loro festa: ma esistono davvero donne da festeggiare?… Purtroppo in realtà il numero di femmine ha diminuito quello delle donne. Speghiamoci.

Ci consumiamo il cervello a sentir parlare e leggere di emancipazione: significa “liberazione da uno stato di soggezione”. Questo vocabolo ha portato e porta a brutti fraintendimenti, e a risultati ancora peggiori. Pare si riferisca ad un fantomatico giogo che la nostra società maschilista, fallocentrica e misogina, impone su metà della specie: discriminazioni sul lavoro, percezione della donna come proprietà del suo uomo, strumentalizzazione del suo corpo.

Ad azione corrisponde reazione, come noto. E allora eccoci all’androginia e al femminismo, nelle sue varianti da moderate a estreme… femminismo, sembra una bella parola. Ma di cosa si tratta? Molto semplice: è una forma degenerata di lesbismo. Si ama la vagina, indipendentemente da chi ce l’ha, solo per il fatto che la possieda. E la ‘emancipazione’ passa allora attraverso il ‘fare come l’uomo’.

Il maschio ha più libertà sessuale? Libertà sessuale sia. Ha posizioni di vertice nelle aziende? Creiamo la donna manager… se conoscete qualcuna che rutta dopo la birra davanti alle partite, vuol dire che siamo già allo stato terminale. Ma è questa la donna? Quella dell’ ‘utero è mio e lo gestisco io’? Pare almeno lecito dubitarne.

Si comporti sessualmente come creda, cerchi realizzazione nel lavoro. Ma non dimentichi che essere donna non significa essere un uomo senza pene, o un ‘uomo al contrario’. I sessi non sono in opposizione, sono in complementarietà. Esser donna è seguire (anche) la propria natura di compagna, di madre, di fulcro della famiglia. Oggi festeggiamo le donne! Non le femmine.

Come immagine abbiamo scelto un paio di tette. Maschilismo? No, semplicemente ci piacciono.

Andrea Carbone

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