Ultime notizie

I nostri soldi se li mangia l’ESM

3028805388

Nei giorni scorsi c’è stata una notizia che non ha avuto la risonanza mediatica che avrebbe meritato (chissà come mai): il debito pubblico italiano a sfondato quota 2 MILIARDI DI EURO. Il dato è, ovviamente, scioccante, tanto che da solo sarebbe bastato per far saltare qualsiasi governo (destra o sinistra che sia)… non solo in termini politici, ma di manifestazioni di piazza, forconi e molotov. Dato che diventa ancora più scioccante se inserito nel particolare contesto che il nostro Paese sta vivendo: nel Luglio 2011, infatti, ci fu la storica decisione di instaurare un governo tecnico non eletto con il fine principale di raggiungere il pareggio di bilancio: da lì partì tutta la politica di rigore, tasse e spending reviews varie.

Ad un anno di distanza, il risultato è disastroso in termini di fallimento delle azioni compiute e di conseguenze causate. Tanto per rendere l’idea, nell’ultimo anno la crescita del debito è stata di oltre il 5%, più del doppio rispetto a quanto accaduto nell’ultimo anno di governo Berlusconi (e per il cui motivo lo stesso fu costretto a dimettersi). Il dato sul rapporto Debito/Pil è ancora più pesante, se si considera che siamo passati nell’ultimo anno dal 120% al 128% (è la prima volta nella storia della Repubblica Italiana che si verifica un’impennata simile). Un aumento percentuale quasi doppio si è verificato infine nella pressione fiscale.

Vien da chiedersi come sia possibile un simile risultato. La risposta più facile sarebbe a causa di un aumento delle spese, ma se è vero che anche quest’anno abbiamo assistito ad un incremento, è anche vero che è stato inferiore al periodo precedente. La causa, invece, prende il nome di “fondo salva Stati”: il contributo versato a questo fondo è infatti schizzato vertiginosamente nell’era Monti, passando da una quota inferiore ai 4 mld nel 2010 per superare  i 30 mld quest’anno. Voce negativa che è andata a formare gran parte dell’aumento del famigerato debito italiano.

Questi contributi, essendo già l’Italia in una situazione di debito, non sono ovviamente un prelievo dalla liquidità in eccesso, bensì dai maggiori sforzi richiesti alla popolazione (vedi Imu sulla prima casa, nuove tasse sui rifiuti, ecc. ecc. ecc.). Ma i fans del sistema attuale, hanno sempre giustificato la scelta sostenendo che il fondo in questione serve a salvare gli Stati in difficoltà. Un’opera di solidarietà, insomma, verso chi è più in difficoltà di noi… e che dunque vale la pena affrontare.

Ora, ci sarebbe già da dibattere sull’opportunità o meno di dissanguare un popolo già in difficoltà per aiutarne un altro, ma dando anche per buono lo spirito solidale, i conti non tornano. La Grecia ne è l’esempio lampante, le migliaia di persone greche ridotte alla fame ci impongono di chiederci dove finiscano i 30 e passa miliardi che togliamo dalle nostre povere tasche. La risposta è, putroppo, inquietante: le risorse inviate all’ESM non sono infatti liberamente gestibili dai donatori, ma entrano in possesso di questo soggetto giuridico che ne dispone sulla base delle proprie preferenze per finanziare i soggetti in difficoltà. Senza dilungarci sulle modalità (curiosità che potete, anzi dovete, soddisfare con una veloce ricerca sul web), basti pensare a due elementi: i beneficiari di tali aiuti sono gli Stati che ne fanno richiesta, ma solo a condizione che si adeguino ai piani di rigore imposti (vedi Grecia)… e le banche.

In pratica, l’aumento della pressione fiscale, il taglio dei costi e dei servizi dello stato sociale e in generale gli sforzi imposti ai cittadini perchè “necessari” per il bene comune, finiscono nelle casse di organismi con il compito di risistemare le banche (cioè i principali autori della crisi attuale) e ricattare gli Stati nazionali con il cappio al collo. Su quelle risorse, che se usate all’interno del Paese permetterebbero di evitare molti degli strumenti diabolici inventati (e ripeto, vedi Imu), i paesi donatori perdono la sovranità.

Lo scopo di tutto ciò? Rimodellare gli Stati nazionali sul modello economico-sociale voluto dalla finanza a tutela degli interessi della stessa, smantellando progressivamente le forme di welfare state, aumentando la flessibilità lavorativa e la compressione salariale, rimuovendo l’unico scopo per cui lo Stato sarebbe legittimato ad esistere: tutelare e favorire la crescita della comunità.

Vincenzo Sofo

 

 

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: