Tutto deve cambiare perchè tutto resti uguale
Non vi devo stare a spiegare a quale partito noi del Talebano siamo vicini, e non vi devo neppure ricordare che siamo tutti ragazzi giovani belli e ribelli, ed è con questa premessa che scrivo le seguenti righe, alle ore 21 di domenica 25 Novembre, ad un mese esatto dal giorno del Santo Natale.
Che cosa ci riserva questa ricorrenza per noi giovani belli ribelli? La riconferma del nulla! Il nulla che avanza. Si sono infatti da poco concluse le primarie per eleggere il candidato della coalizione (se mai riusciranno a costituirne una, ndr) di centrosinistra. Ed è dalle urne che emerge forte il grido dei cittadini: “W la vecchia politica!”
Chi scrive non è un sostenitore di Renzi, del quasi giovane sindaco di Firenze che fa impazzire le folle. Ma per onestà intellettuale confesso di apprezzare il suo spirito anti-parrucconi, anti vecchia politica e anti politica dei vecchi.
Ma invece i cittadini buoi nel loro subconscio amano la vecchia politica. Amano la burocrazia. Amano farsi strangolare dalle tasse. Amano pagare interessi usurai alle banche.
Ed è questa loro passione sodomitica, questo desiderio irrefrenabile di sofferenza profonda (non solo anale) li coglie anche all’interno dell’urna elettorale. Ed è lì che la matita traccia un vigoroso segno sul nome di qualche vecchio burocrate che da tempo immemore dedica la sua vita al parlare ed al non agire.
La volontà del popolo è quella che nulla cambi.
Si è provato anche a fare le primarie, a cambiare le regole del gioco, ma quando a giocare sono dei mentecatti, allora il risultato non potrà che rispecchiare lo spessore dei partecipanti.
Tutto si è cambiato, perché tutto resti uguale.
Non è quindi il nuovo ad avanzare, ma il nulla, il vuoto sostanziale e sistemico della vecchia politica.
E noi “Diversamente Padani” non gioiamo del fatto che l’elettorato avversario sia composto da amanti della arte sodomitica, bensì ci rattristiamo della pochezza e della bassezza nella quale l’Italia è caduta. Un Paese che rifiuta il nuovo. Un Paese che preferisce utilizzare cavalli e carretti, perché le automobili sono troppo veloci.
Claudio Boccassini
Bravo Claudione!