Esser leghisti e tifare Italia? Si può

C’è una piccola questione che stuzzica le menti di molti leghisti: ci si deve sentire traditori se, pur essendo leghisti, si tifa Italia agli Europei? Proviamo a rincuorare gli sventurati.

Innanzitutto, il tifo va considerato per ciò che è: un sentimento passionale irrazionale, una valvola di sfogo, un momento di comunità ed identità, di fine comune e di unione. Spesso si è parlato di intrecci tra politica e sport, affermando che confondere questi due piani avrebbe nuociuto al secondo. Il tifo è una passione che sorge fin da piccolissimi, perchè attratti dal colore di una maglietta o dalle gesta di un giocatore. Lo sviluppo di idee ed interessi politici, invece, avviene in uno stadio molto successivo, nell’adolescenza o addirittura oltre. Quando il tifo di ognuno è ormai ben sedimentato. Ecco perchè si trovano comunisti tifare il Milan di Berlusconi, o operai tifare la Inter della borghesia, o milanesi tifare Juventus…

Tutti noi abbiamo una squadra del cuore, che milita nel campionato italiano. Nessuno ha mai pensato di rinnegare la sua fede calcistica perchè non apprezza il fatto che il campionato sia italiano e non padano. E così, la nazionale italiana rappresenta anche la Padania, essendo i giocatori selezionati in rappresentanza della nazione. Non abbiamo la fortuna della Scozia (che ha una sua nazionale), ma ciò ci interessa relativamente: perchè siamo patrioti e non nazionalisti. Non ci interessano i confini burocratici, ma la difesa e la valorizzazione delle nostre tradizioni. Ecco perchè tifare l’Italia del calcio, non essendoci tra l’altro le rappresentanze regionali, in questo senso non deve essere considerato tabù. Proprio come non è tabù in Belgio per fiamminghi e valloni.

Ognuno si senta libero di seguire la propria fede (irrazionale) calcistica durante i 90 minuti. Ognuno si senta in dovere di riprendere la propria battaglia culturale e politica fuori dai 90 minuti. Diamo al calcio quel che è del calcio, è alla Padania ciò che è della Padania.