La libertà è partecipazione?
Qualche tempo fa ci fu una trasmissione di Annozero che si concluse con tutto lo studio che cantò una meravigliosa canzone di Giorgio Gaber, La libertà. Santoro, Travaglio, Formigoni… tutti insieme a cantare, su iniziativa dell’intelligentissimo conduttore che voleva in quel modo molto mediatico rivendicare il proprio ruolo: un pò di giornalista libero, un pò di guida spirituale, un pò di profeta.
Dopo quella puntata è tornata in auge questo vecchio brano di Gaber, di cui però è rimasto impresso soprattutto un solo verso: “la libertà è partecipazione”. Che è diventato un pò un motto per tutti gli ‘annozerini’, fans di Travaglio, ecc. Se lo ritiriamo fuori a mesi di distanza dalla memorabile puntata è proprio perchè ancora oggi i postumi di quell’evento e questo motto continuano ad infilarsi nelle discussioni (soprattutto tra giovani) sulla politica. Allora abbiamo deciso di chiederci: la libertà è partecipazione?
La partecipazione alla vita pubblica costituisce certamente un requisito fondamentale per la salute di una popolo, di una civiltà di qualunque tipo. La partecipazione, come spiegava Montanelli, era la base fondante della democrazia ateniese – quella delle poleis – unico esempio di democrazia diretta passato alla storia. Questa infatti conivolgeva tutti i cittadini nelle decisioni circa la cosa pubblica… eppure da questa partecipazione non scaturivano libertà e uguaglianza: nell’antica Grecia il cittadino era la persona che apparteneva alla classe sociale più importante e con più diritti… poi vi erano metechi, liberti e schiavi (in ordini di diritti).
Dunque la partecipazione è fondamentale per fare una comunità, ma non è una condizione necessaria e sufficiente per la libertà. Infatti la partecipazione è molto presente anche in regimi quali fascimo, nazismo e comunismo, così come in molte altre dittature. E così la partecipazione di massa a manifestazioni/eventi spesso non vuol dire libertà di pensiero ma è frutto di capacità persuasiva di chi sta al vertice… secondo quella che potremmo volgarmente definire “teoria del gregge”.
Che cos’è dunque la libertà? La libertà è data dalla possibilità di scelta, la quale a sua volta è data dalla conoscenza (che ti permette appunto di conoscere le alternative disponibili). La libertà è dunque data dalla cultura, unico strumento in grado di dar vita al libero pensiero. Cosa, quest’ultima, che invece molto spesso non si trova tra coloro che fanno parte di una massa.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.
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