Donna moderna
di Barbara Leva
Lei è una bambina come tante, un po’ diversa da molte. Di famiglia così benestante da essere quasi ricca, figlia di genitori separati che lavorano tutto il giorno, ha bisogno con molta urgenza di una babysitter, tanto più urgentemente quanto la sua dislessia la ostacola nello svolgimento dei compiti.
La sua storia devo dire che mi ha colpita, commossa, intenerita. Avrei tanto lasciato ogni mio sogno di un futuro professionale per aiutare questa bambina, andandola a prendere a scuola tutti i giorni, stare con lei fino a cena, portarla dal logopedista, a lezione di pianoforte, dai nonni, al parco… facendole da madre, insomma. La madre è tuttora disperata perché non trova nessuno che accudisca la bambina, e lei deve lavorare, e poi andare a cena fuori e a teatro, lei è impegnata, insomma, lei non ha tempo per sua figlia e smania alla ricerca di qualcuno che se ne prenda cura in sua vece. Quante sono le situazioni simili, attualmente, nella parte agiata del mondo?
Da donna e, spero, futura madre, non riesco ad accettare – e a sopportare l’accettazione sociale di questi casi di vita moderna, dove una madre crea figli per abbandonarli a se stessi o a un estraneo; tanto più non capisco questa dinamica laddove si ha una situazione di benessere economico. Stimo infatti quelle donne che per necessità lasciano soli i figli – soli, oppure dai nonni o all’oratorio, e non con una babysitter a tempo pieno profumatamente pagata!
Trovo ovvie le ragioni di chi lavora part time oppure quando i bambini sono adolescenti in grado di sopravvivere senza lo sguardo vigile di un adulto. Ma perché molte donne si attaccano alla carriera considerando i figli un impegno da nutrire e vestire e coccolare, non rinunciano a un po’ di vizi e di tempo in ufficio, tanto più se il guadagno non è una vera necessità? La bambina ha bisogno di amore, dice la madre, e la babysitter ricercata deve essere anche una figura affettiva. Certo, non si vuole che diventi una futura anoressica, come noto malattia causata da madri assenti, come quella in questione.
Per non essere assente la madre in questione, alla pari di quasi tutte le sue coetanee – colleghe – amiche di ceto, non le fa mancare nulla: il logopedista, il pianoforte, l’aiuto compiti, la compagnia… nulla, dal punto di vista materiale.
Tutto sommato, a pensarci proprio bene, è l’unica cosa che conta.
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