Sulle scogliere di Marmo
(tratto dal blog Zolfo Rosso)
“Voi tutti conoscete la selvaggia tristezza che suscita il rammemorare il tempo felice: esso è irrevocabilmente trascorso, e ne siamo divisi in modo spietato più che da quale si sia lontananza di luoghi”
Con questa frase lo scrittore tedesco Ernst Junger ci introduce nella Grande Marina, idilliaco luogo nel quale regna la pace e la prosperità grazie alla lungimiranza dei suoi governanti. Questo clima perfetto è però destinato a finire a causa del Forestaro, che tramite i suoi adepti avvierà un processo di degenerazione degli usi e costumi della popolazione arrivando ad asservirla, fino a prendere possesso di questa terra.
Una volta giunti all’ultima pagina di questo romanzo si cercherà sicuramente di dargli un interpretazione. Quando questo scritto uscì nel 1939 alcuni lo lessero come un attacco all’ideologia nazionalsocialista, altri invece come una generica critica del potere.
Letto nel 2011 Sulle Scogliere di Marmo dimostra un’attualità inaspettata: oggi infatti ci troviamo di fronte al Forestaro, che agisce esattamente come quello descritto da Junger, ma forse sarebbe appropriato parlare di più Forestari dal molteplice volto, che possono essere il mondialismo, l’immigrazione allogena piuttosto che la degenerazione giovanile, aventi tutti il medesimo scopo: la decadenza e il successivo controllo dell’Occidente, la Grande Marina di oggi.
Federico S.
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