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Boeri si pente: alla politica torna a preferire l’Expo

di Vincenzo Sofo

In pochi avevano creduto alle buone intenzioni del famoso architetto Stefano Boeri, quando qualche mese fa scese in campo candidandosi a sindaco di Milano per il centrosinistra. Nè il centrodestra – che infatti avevano brindato alla vittoria sicura nel caso in cui l’avversario della Moratti fosse stato Boeri – nè i suoi stessi elettori, che poco dopo incoronarono Pisapia, rifilando al Pd una batosta talmente forte che ancora oggi ne accusa il colpo… tanto da far vacillare il rito delle primarie.

Eppure il furbetto Boeri ce l’aveva messa tutta, puntanto sul suo bell’aspetto e sugli occhioni chiari per convincere i milanesi. Criticava l’expo perchè poco improntato sul comune cittadino, progettava città vivibili. Facendo dimenticare che proprio lui era una delle menti di questo expo, proprio lui confabulava con immobiliaristi di peso per rendere Milano ricca non di piante e ruscelli, bensì di cemento e palazzi. D’altronde anche la madre di Boeri – in un suo libro – a proposito di suo figlio ha detto che ha il vizio di raccontare le bugie.

La mamma è sempre la mamma. La mamma conosce i suoi polli e si dice che abbia sempre ragione (paragonandola al Duce di fascista memoria). Ed infatti il figliol prodigo ha (ri)svelato le sue propensioni. Il Pd milanese, in occasione delle prossime elezioni comunali, gli ha proposto di candidarsi come capolista per il consiglio comunale. Un’occasione di rivincita. Lui non ha fatto salti di gioia… come mai? Perchè in testa ha altri progetti. Una seconda proposta infatti riguarda la possibilità, nel caso in cui Pisapia venga proclamato sindaco, di diventare direttore generale di Expo, al fianco di Sala. Un ritorno alle origini. Perchè, in fondo, la veste di architetto speculatore meglio gli si addice rispetto a quella di rivoluzionario.

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