Il teatrino della Prestigiacomo conferma lo sgretolamento del Pdl
di Claudio Boccassini
Ciò che era avvenuto qualche settimana fa con la Carfagna, ieri si è ripetuto con un altro ministro del governo Berlusconi: la Prestigiacomo. Lacrime, decisioni sofferte, contrasti personali con esponenti di rilievo del partito, divergenze politiche. E la decisione di lasciare il Pdl.
Non abbiamo creduto neppure per un secondo che la Prestigiacomo lasciasse il Pdl per confluire nel gruppo misto e, successivamente, aderire al neonato partito di Miccichè (Forza del Sud). Sarebbe stato un suicidio. C’era il sospetto che passasse con Futuro e Libertà… ma allora come spiegare l’intenzione di rimanere ministro?
Alla fine, probabilmente, è accaduto quanto segue: la Prestigiacomo, con la vicenda Carfagna, ha capito che – essendo donna e anche bella – con qualche capriccio e una manciata di lacrime si può ottenere un proficuo incontro con il premier e sistemare in proprio favore i rapporti di forza con gli altri ingombranti colleghi di partito. Ha messo in pratica il piano ma, o perchè per Berlusconi la Stefania non è così eccitante come la Carfagna o perchè di questi tempi ha altro per la testa, è riuscita ad ottenere “solo” un incontro con il suo colonnello Gianni Letta.
Quattro chiacchiere, un bicchierino e via risolti tutti i problemi con Cicchitto e con il Pdl. Chissà che cosa si saranno detti. Chissà che cosa sarà riuscita ad ottenere. Poco importa.
Il dato veramente importante è un altro: il governo è traballante a causa dei conflitti personali tra il premier e Fini ma anche per quelli interni al partito. Ognuno può, da un momento all’altro, fare le bizze e minacciare la caduta del governo anche solo per uno sfizio. Berlusconi è tenuto a correre in soccorso di ogni pecorella che improvvisamente si smarrisce, coccolandola e promettendo.
E’ evidente che non si può andare avanti così. E’ altrettanto evidente che la soluzione non può essere ingresso dell’Udc, che non ha mai garantito fedeltà/stabilità e che – tra l’altro – sta costruendo un progetto alternativo al Pdl. O si tenta di formare una coalizione stabile con tutto il terzo polo, o è inutile.
Ad oggi, secondo noi l’unica soluzione sono le elezioni. Ma sappiamo che quasi tutti i partiti le temono.
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