Ultime notizie

NIGER: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

Agenda giornaliera delle notizie trasmesse dai principali telegiornali nazionali

Lunedì, 31/07/2023

La comunità economica degli stati dell’Africa Occidentale (Ecowas) si riunisce in Nigeria e viene decisa la chiusura dei confini aerei e terrestri nigerini. Viene imposto il blocco delle transazioni economiche da/verso il Niger

Il presidente del Chad tenta una prima mediazione

I golpisti insinuano che la Francia stia programmando un attacco militare

Il Niger blocca le esportazioni di oro e uranio verso la Francia

Martedì, 01/08/2023

I golpisti arrestano quattro ministri

Berlino sospende ogni tipo di aiuto economico al Niger

La Russia prende le “distanze” dall’eventuale operato della Wagner

Parte il primo volo per rimpatriare gli europei presenti nello stato, direzione Parigi

Mali, Burkina Faso e Guinea riconoscono il governo golpista

Algeria annuncia che un eventuale intervento militare da parte di paesi esteri sarebbe da interpretare come una dichiarazione di guerra

Mercoledì, 02/08/2023

Un volo italiano rimpatria 36 cittadini. Prendono parte al viaggio organizzato dalla Farnesina anche 21 statunitensi e una trentina di altre persone in possesso di passaporto europeo

Ecowas lancia un ultimatum: se la situazione non varierà prima di sabato, verranno prese importanti contromisure

Mali e Burkina Faso, come l’Algeria il giorno precedente, esprimono il convincimento che un eventuale intervento militare da parte di paesi esteri sarebbe da interpretare come una dichiarazione di guerra

I golpisti riaprono i confini con 5 stati limitrofi

Giovedì, 03/08/2023

La Nigeria decide di disconnettere le linee ad alta tensione con il Niger

Ricorre il sessantatreesimo anniversario dall’indipendenza dalla Francia

Benin e Senegal lanciano appelli per un rapido ritorno alla “normalità”

L’esercito regolare nigerino salda sempre più il proprio operato alle intenzioni dei golpisti

N.B. Nel 1996 e nel 1999 ebbero luogo altri golpe in Niger: in questi due casi il colpo di forza costò la vita ai presidenti in carica

Venerdì, 04/08/2023

Il deposto presidente chiede supporto agli Usa

I golpisti rimarcano la loro intenzione di proseguire quanto intrapreso

Senegal, Benin, Nigeria comunicano a livello planetario il loro supporto al presidente deposto

I golpisti sollevano 4 ambasciatori dal loro incarico (Francia, Usa, Togo, Nigeria)

Due programmi televisivi francesi trasmessi in Niger vengono sospesi

Viene sospesa dai golpisti la partnership militare con la Francia

I golpisti revocano il coprifuoco

Sabato, 05/08/2023

Blinken annuncia che gli Usa sospenderanno alcuni programmi di assistenza in corso in Niger

Lunedì, 07/08/2023

Viene preso atto della scadenza dell’ultimatum deciso dall’Ecowas: nulla di fatto

Viene chiuso lo spazio aereo nigerino

Nella capitale migliaia di persone si riversano nello stadio per manifestare il proprio appoggio ai golpisti: molte bandiere russe vengono sventolate

Algeri rifiuta nuovamente un eventuale intervento militare

Martedì, 08/08/2023

Viene nominato capo di stato l’ex ministro delle finanze

I golpisti inviano truppe al confine con Benin e Nigeria

Viene stabilito che il 10 agosto ad Abuja (Nigeria) si terrà un summit dell’Ecowas per decidere come fronteggiare la crisi

Mercoledì, 09/08/2023

Evgheni Prigozhin annuncia “chiamateci in qualunque momento”, fornendo così ufficiale sostegno ai golpisti

I golpisti negano il permesso di atterrare su suolo nigerino ad una delegazione dell’Ecowas e ad un’inviata statunitense

Il presidente si trova in stato di arresto all’interno del palazzo presidenziale

Giovedì, 10/08/2023

I golpisti inviano altre truppe, ad ausilio di quelle già presenti, nei dintorni della capitale e lungo i confini

Venerdì, 11/08/2023

Il presidente della Costa D’Avorio annuncia le decisioni dell’Ecowas: viene dato il via libera ad un’operazione militare

I golpisti dichiarano che, in caso di attacco, uccideranno il presidente

La Francia comunica la propria approvazione alle decisioni prese dall’Ecowas

Viene comunicata la piena disponibilità degli eserciti della Nigeria, del Benin, della Costa D’Avorio

Mali e Burkina Faso ribadiscono il proprio sostegno ai golpisti

Gli Usa comunicano il sostegno alle decisioni prese dall’Ecowas senza esplicitare l’appoggio verso l’intervento militare

Quanto sommariamente descritto conduce qualsiasi lettore di buon senso a dedurre che presto, anzi prestissimo, la zona geografica del Sahel si trasformerà nel palcoscenico (o meglio palco-osceno) di una nuova guerra che vede coinvolto direttamente o indirettamente l’intera Africa.

Economia e insicurezza

L’attuale colpo di stato è stato giustificato da una narrazione basata sul peggioramento della situazione securitaria, economica e della governance, ma Ruth Hanau Santini, docente di Relazioni internazionali all’Università di Napoli L’Orientale, spiega a Formiche.net come nei fatti la situazione nigerina sia diversa da quella propagandata fai golpisti. “In termini economici, sotto i governi civili, da Issoufou a Bazoum, il Pil pro capite in Niger è aumentato del 26%, dopo decenni di declino; e più di recente la Banca mondiale ha predetto una crescita del prodotto interno lordo del 7% nel 2023 e del 12,5% nel 2024. Il governo è anche riuscito a mantenere l’inflazione al 4%, anche dopo lo scoppio della guerra russa in Ucraina, la più bassa in Africa occidentale, e l’indice di sviluppo umano è continuato a migliorare nell’ultimo decennio. In termini di sicurezza, è vero che nel 2023 si è assistito a un peggioramento nel numero di eventi violenti nel paese, ma ciò nonostante il numero di vittime civili è diminuito del 53% nel 2023 rispetto all’anno precedente. I dati di Acled (Armed Conflict Location & Event Data Project, ndr) dimostrano infatti che la violenza contro i civili era aumentata tra il secondo e il terzo trimestre del 2022, per poi calare in maniera continuativa e significativa nel corso della fine del 2022 e durante la prima metà del 2023”.

“Ecosistema della violenza”, lo definiva Bazoum, che si è metastatizzato a ovest, in Mali, dove l’incapacità di affrontare le crescenti insurrezioni, compreso uno sforzo di mantenimento della pace guidato dalla Francia durato anni, ha alimentato il malcontento popolare e ha portato alla presa del potere da parte di giunte militari. Un putsch simile ha seguito l’esempio del vicino Burkina Faso. il Niger era diventato il fulcro delle attività occidentali nel Sahel.

L’intervento occidentale: come viene interpretato?

Il peso che le realtà occidentali – su tutti la Francia ma anche ovviamente gli Stati Uniti, il Regno Unito e pure l’Italia – hanno quando esprimono sostegno all’Ecowas è considerevole. Se l’attività dell’organizzazione è in linea generale percepita favorevolmente dai cittadini della regione, molto cambia quando viene letto in controluce l’appoggio occidentale. “Devono tacere, tacere il più possibile; ogni singola parola che pronunciano è usata contro di loro”, ha detto Moussa Mara, ex primo ministro del Mali. “Ma questo è l’atteggiamento francese, purtroppo; non sono in grado di tacere”.

Però va anche aggiunto che, come noto, i paesi occidentali consideravano il Niger un alleato strategico negli sforzi per respingere i jihadisti legati ad al Qaeda e allo Stato islamico nella regione del Sahel. E il rischio è che l’intera regione diventi un Eden per i gruppi radicali islamici, creando i presupposti per un nuovo Califfato africano. Dunque certe dichiarazioni sono anche frutto dell’interesse diretto. Il Niger ospita una base di droni statunitensi (ad Agadez) e vi sono acquartierate le forze francesi ed europee (anche italiane) dopo la fine di altre missioni regionali. Il paese è stato il destinatario della maggior parte dell’assistenza militare degli Stati Uniti in Africa occidentale.

Cosa aspettarsi nel prossimo futuro?

Questo commento è scritto nel momento in cui si è conoscenza della netta posizione assunta dall’Ecowas, ma le ripercussioni e soprattutto i prossimi passi sono ancora da scoprire.

Al di là delle singole azioni che verranno intraprese è giusto non “dimenticare” od “occultare” gli errori commessi nel recente passato.

In Iraq è stato intrapreso un fallimentare percorso alla ricerca di presunte armi chimiche, si è destabilizzato un paese e cacciato il presidente Saddam Hussein, salvo poi scoprire l’assoluta consistenza mendace delle fonti che hanno suffragato le operazioni militari poste in essere. L’unico “risultato” (chiamarlo tale è frutto di uno sforzo diplomatico mentale molto arduo) ottenuto è quello di gettare le basi affinché la creazione dello Stato Islamico fosse agevolata. (Per approfondire in modo “semplice” consiglio la lettura del testo “Bandiere Nere. La nascita dell’Isis” di Joby Warrick e la visione del film “Green Zone”).

In Libia è stato destituito, con l’aiuto dell’Europa e in particolar modo della Francia, Mu’ammar Gheddafi senza che fosse preventivamente ipotizzata un’alternativa. La realtà attuale ci propone un paese dilaniato dalla lotta per il potere e la divisione in due, o più precisamente tre, zone geografiche che vorrebbero decidere autonomamente il proprio destino. Dal 2011 ad oggi non si è riusciti a tenere delle regolari elezioni presidenziali, in Libia nessuno ricopre tale carica da 12 anni: la portata del disastro è lampante anche alle persone più disattente. L’assurdità risiede inoltre nel dover quasi “rimpiangere” Gheddafi, personaggio disdicevole accusato di essere uno stupratore (“Le prede – Nell’harem di Gheddafi” di Annick Cojean) ed un eroinomane (“L’ultima notte del Rais” di Yasmina Khadra).

Innumerevoli altri potrebbero essere gli esempi citabili (Afghanistan in primis, ma anche Siria, Yemen e le conseguenze delle “Primavere Arabe” in Egitto e Tunisia), ma ho volutamente menzionato quelli che non hanno trovato nessun tipo di risoluzione reale e dove l’intervento occidentale ha arrecato danni incalcolabili. Decidere di abbandonare il Niger, o più genericamente il Sahel, al proprio destino sarebbe miope; le alternative al potere militare sono assai preoccupanti (Jihad islamica), l’unica reale soluzione è la ricerca di un dialogo diplomatico serio cosicché non si crei un altro territorio-pantano ingovernabile gestito da forze che mirano alla creazione di un “Califfato d’Africa”.

Arianne Ghersi

Note:

1) https://formiche.net/2023/07/niger-sahel-santini/

2) https://formiche.net/2023/08/prova-di-maturita-per-lecowas-dal-niger-passano-i-destini-dellafrica/

 

 

 

2 Comments on NIGER: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

  1. corrado marvasi // 18 Agosto 2023 a 18:35 // Rispondi

    Ottima descrizione della ” mano rampante in campo altrui” tentata dal progredito occidente negli affari interni di Paesi che si vorrebbero controllare con la solita mentalità di un mai sopito colonialismo

  2. corrado marvasi // 18 Agosto 2023 a 18:37 // Rispondi

    Ottima descrizione del mai sopito colonialismo occidentale

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: