LE STUPIDATE DELL’AMICA DI FELTRI!
In questi giorni è uscita un’intervista ad Azzurra Barbuto, giornalista candidata nelle liste di FdI in Regione Lombardia.
Fin qui tutto normale, quello che lascia un po’ interdetti sono le idee dell’opinionista che già dal titolo si dichiara “antifascista e per le adozioni ai single”, per poi proseguire nell’intervista dicendosi favorevole al matrimonio tra omosessuali e anche alle adozioni, anche se tutto questo non le impedisce di definirsi “di Destra e liberale”.
La candidata ha il diritto di sostenere le idee che crede, così come però ne abbiamo anche noi di criticarle, almeno da una prospettiva “di Destra non liberale”.
Il problema di fondo non è nella signorina Barbuto, il problema è in generale il mondo della Destra, che non ha saputo sviluppare una sua visione culturale alternativa alla Sinistra, subendone costantemente l’iniziativa.
Facendo un parallelo calcistico, a Destra abbiamo scelto di giocare sempre fuori casa e di rimessa.
Guareschi sul Candido teneva una rubrica in cui presentava un fatto “visto da Destra”, pubblicando specularmente un’analisi del medesimo fatto però “vista da Sinistra”. Ecco, è come se oggi la Destra scegliesse costantemente non di presentare una visione della realtà propria, ma di partire sempre da quella altrui.
Per cui: che bisogno c’è di dire di essere antifascisti? È il classico pegno che viene pagato alla Sinistra, il bisogno di compiacerli e di accettare le loro regole. A nessun candidato del PD, giustamente, viene chiesto se sono Anticomunisti, sebbene molti di loro abbiano iniziato a militare in un partito che era esplicitamente comunista. È tipico di chi ha complessi di inferiorità l’umiliarsi per compiacere l’avversario, imitandone espressioni e impostazione mentale.
Sappiamo benissimo che una parte considerevole di FdI si richiama ad AN e prima ancora al MSI, che di certo antifascista non fu. Come non fu neanche fascista propriamente, ma riprendeva quella che era stata un’esperienza storica e politica per collocarla all’interno della tradizione democratica. Quello che ha fatto il popolo italiano, con il voto, dal ‘46 ad oggi, è stato inserire pienamente quel mondo nella Repubblica Italiana, storicizzandolo e dandogli dignità.
Allo stesso modo potremmo vedere la questione delle adozioni agli omosessuali, dove la candidata è coerente con la visione “liberale” incentrata sulla realizzazione del singolo. Il punto è che la Destra, almeno nella visione tradizionale, è Comunità, non singolo. L’autoaffermazione del singolo al centro del pensiero liberale, così come il suo soffocamento nel collettivo è al centro di quello marxista.
Ecco, mi piacerebbe che da Destra si parlasse di visione comunitaria e di famiglia non come generico luogo “dove c’è l’amore” ma come la base della civiltà, l’unità più piccola e il fulcro su cui si regge la visione tradizionale, l’unica struttura in grado di permettere a uno stato di crescere e svilupparsi.
Mi piacerebbe che, per una volta, invece di cercare approvazione dall’altra parte si guardasse a quella che è la nostra storia e la nostra cultura, altrimenti la scelta rischia di essere tra una Sinistra antifascista e pro lgbt e una Destra che per non incorrere nelle critiche (che tanto ci saranno sempre) è altrettanto antifascista e pro lgbt.
Andrea Campiglio, Telebano doc.
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