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TEOLOGIA E COMUNITA’ NEL PENSIERO DI DON PIERLUIGI LIA

Il bello è lo splendore del Vero. Ma cosa è il Vero? Pilato si domanda che cosa è la verità? Dove risiede il segreto assoluto della Verità? Essa è un concetto umanamente, spesso, creduto assoluto ma universalmente, poi, riscoperto relativo. Nella coscienza cristiana la tensione verso la ricerca della Verità è costante e profonda. Nella coscienza laica molto spesso affidata all’immanenza del reale, del tangibile. La nostra ricerca della Verità parte dell’esigenza della Riscoperta. La Rinascita, come l’Araba Fenice dalle sue ceneri, ad una Identità antica e precedente, celata ma viva dentro. Ciò proviamo a concretizzarlo in una parola chiave: Comunitarismo.

La Ricerca, un ginnasio di erotismo tra Pulsione passionale ed episteme, racchiude in se un’universo di emozioni e di contaminazioni, d’altronde si sa che la contaminazione anche genetica è sinonimo di evoluzione. Il Comunitarismo, nella nostra accezione, incrocia il tema del Tradizionalismo. Pur essendo due temi distinti essi si incontrano  nella casa comune dell’etica e della morale; seguendo le opere sociologiche di Bryan Wilson, scopriamo come il passaggio ben descritto da Tonnies  dalla Comunità alla Società sia intimamene correlato al tema della secolarizzazione. Il saggio “Finalmente come Dio? Considerazioni  inattuali  sullo statuto della soggettività” (2012) del  Professor Pierluigi Lia teologo e docente all’ università Cattolica Il sacro Cuore, scomparso tragicamente, ci aiuta a ben comprendere tale studio intrapreso. Il  volume si presenta profondamente appassionato: l’autore individua nei caratteri della soggettività moderna  emblematicamente sintetizzabili nel “cogito ergo sum”, di cartesiana memoria, le radici dell’attuale dissoluzione morale e aggiungiamo dell’atomismo del liberalismo postmoderno. il teologo Lia, quasi mosso da impeto divino, analizza le tappe della sovversione nei vari passaggi filosofici e politici della modernità per arrivare all’odierna postmodernità. Quale il risultato? Un Uomo privo di riferimenti! Un Uomo allo sbando con ricadute sociali deleterie. Viviamo una fase storica di transizione, non possiamo negarlo. Nonostante una comunicazione globale di forte marketing edonistico, drogata di falsi miti e di un forte sapore iperliberale, la recente crisi mondiale (sia essa sanitaria che economica) amplifica irreparabilmente tali aspetti. L’Uomo, impunito e dominatore, dopo aver “ucciso Dio” distruggere se stesso. E se per ogni Isola vale la metafora della Nave anche per l’Uomo incombe il naufragio. In questo profondo disorientamento, chiaroscuro globale, la ricerca identitaria è la Cura. Don Pierluigi Lia, efficacemente, descrive tale fenomeno nella giusta declinazione di reazione ad una disgregazione sociale che parte da una errata visione antropologica dell’Uomo contro la Legge Divina.

Le autorevoli riflessioni dell’autore Don Pierluigi Lia si  amalgamano perfettamente alle riflessioni del nostro Think Tank, Il Talebano: il teologo sottolinea l’intimo nesso tra religiosità e comunità aspetto spesso presente pur con declinazioni plurali.  Estremamente  interessante è come Pierluigi Lia tenga insieme l’analisi teologica e quella filosofico-politica. Un esame rigoroso sugli snodi  che hanno portato alla modernità liquida secolarizzata. Dal nostro punto di vista, riteniamo che questo debba essere la corretta metodologia per una proposta comunitarista: coniugare la riflessione filosofica politologica con una corretta dottrina Tradizionale. Riteniamo opportuno porsi a debita distanza da reazioni squilibrate al mainstream opposte ma segretamente complementari nell’universo della miseria intellettuale. L’esercizio del piacere, quasi sessuale, della Ricerca ci fa osservare non poche  affinità con una opera fondamentale del pensiero Comunitarismo come “Dopo la virtù” di Alasdair MacIntyre sebbene con i dovuti distinguo: Don Pierluigi Lia, teologo, non può prescindere dalla sfera religiosa. Come ricordava, opportunamente, Julien Ries “…la falsificazione del concetto di Sacro e la falsa antropologia sostitutiva non possono cancellare l’Identità profonda dell’ Uomo…”

Sotto questo aspetto è certamente preziosa la lettura teologica della storia per comprendere la profonda Verità dentro e fuori di Noi.

L’oblio dell’ Essere per quanto profondo ed esteso non potrà mai annullare la vera identità dell’Uomo e una nuova ierofania è sempre possibile.

Paolo Guidone

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