PUTIN E IL BENE COMUNE. QUALCHE SPUNTO DI RIFLESSIONE
Non nascondiamoci la verità sulla Russia. In Occidente il governo di Putin è considerato illegittimo per due motivi: il primo è che vuole rappresentare una grande potenza regionale non subordinata geopoliticamente all’Impero del dollaro. Il secondo è che Putin è un “autocrate”, che manipola almeno in parte il dibattito politico e lo svolgimento delle elezioni. In quanto democrazia incompleta a forte connotazione autocratica, infatti, il governo di Putin sarebbe illegittimo. Secondo i suoi critici occidentali.
Ebbene, se è possibile convenire sul fatto che il regime putiniano sia un regime “misto” tra democrazia e autocrazia, non possiamo convenire, da tradizionalisti, sul fatto esso sia illegittimo. Poiché non siamo seguaci di John Locke, di Winston Churchill o di Woodrow Wilson, ma di Aristotele, San Tommaso e della dottrina sociale (quella autentica) della Chiesa cattolica, non conveniamo affatto che un regime misto, o anche puramente autocratico, sia necessariamente – e sottolineo “necessariamente”- illegittimo. Questa è l’idea falsa che fecero passare i vincitori della Prima guerra mondiale (1914-18), che fu, più della Seconda, la vera grande vittoria della Zivilisation sulla Kultur, della “società ” sulla “comunità” e della modernità sulla Tradizione o ciò che ne rimaneva. E’ idea massonica-wilsoniana che solo un regime politico e un modello di società (mercantile- anglossasone) siano legittimi. Un’idea che ancora oggi gli Usa e l’Europa occidentale condividono come un dogma.
Al contrario, come insegnavano tanto Aristotele quanto il “Dottore angelico”, sia il governo di uno, sia quello di pochi, sia quello di molti, sono legittimi finché perseguono il bene comune, mentre diventano illegittimi quando mirano all’interesse di parte. Ebbene, proprio per questo motivo, possiamo considerare illegittime grande parte delle attuali democrazie, anzi plutocrazie, liberali, perché perseguono interessi di parte ( gli interessi dei mercati finanziari su tutto, insieme a quelle delle minoranze capricciose omoerotiche, femministe o immigrate, sacralizzate dall’ideologia americanoide del politicamente corretto). Al contrario, possiamo considerare legittimo il governo putiniano almeno per un enorme, macroscopico motivo. Perché esso difende il cristianesimo, sia all’interno della Russia, sia all’esterno dai suoi persecutori, come avviene in Siria: all’esatto opposto di Usa e Israele (tra l’altro alleate dei fondamentalisti sauditi). E poiché il cristianesimo è elemento essenziale e imprescindibile del bene comune, sia naturale (garantisce il legame sociale e la fondazione stabile dei valori) quanto soprattutto sovrannaturale, permettendo la salvezza delle anime, Putin nella pratica persegue il bene comune assai più delle plutocrazie che lo criminalizzano. La stessa cosa si può affermare per l’ungherese Orban, sebbene nessuno dei due, né Putin né Orban, sia cattolico. La legittimità di un regime sta infatti in quello che fa, non nella sua forma istituzionale, che è un guscio vuoto. Senz’altro chi scrive preferisce vivere in una democrazia liberale, anche attuale, piuttosto che nella Russia di Stalin o nella Germania di Hitler. Non ho dubbi al riguardo. Ma ciò non toglie che vi siano stati e vi siano dei regimi politici migliori dell’attuale democrazia liberale, qualora essa si dimostri, come oggi, incapace di perseguire il bene comune, perché sottomessa a Mammona e ai capricci dell’Ego.
Martino Mora
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