E’ ORA DI CATALIZZARE IL GRANDE FERMENTO IDENTITARIO
E’ opinione molto diffusa che la dicotomia politica del XXI secolo sia popolo contro elites o più specificatamente sovranismo contro globalismo. Le contraddizioni insite nelle democrazie liberali da cui nascono il populismo e il sovranismo, stanno facendo fiorire diverse correnti metapolitiche, associazioni, blog, pubblicazioni, case editrici ( vedi qui ) che cercano di interpretare le dinamiche della postmodernità cercando di fornire una progettualità politica all’altezza dei tempi. Come abbiamo detto diverse volte, le travagliate vicende dei nostri tempi hanno avuto un aspetto senz’altro positivo: la riscoperta dei valori Tradizionali e patriotici come risposta ad un nichilismo che avanza. Indubbiamente non mancano rozzezze, ambiguità nel concetto di identitarismo. Nel dibattito comune esso è sinonimo di populismo e sovranismo , una sorta di neonazionalismo a metà strada tra rigurgiti passatisti e protesta popolare dei vinti della globalizzazione.
Ma al di là dei messaggi facili, delle maschere che si assumono o che vengono imposte, riteniamo che i valori importanti per essere difesi devono avere una progettualità futura. Muovere da un’esigenza esistenziale prima che politica. Sotto questo aspetto il recupero della sovranità e senza dubbio un mezzo ma che deve portare a guardare in prospettiva. Il Talebano cerca aprire nuovi orizzonti tramite l’introduzione di un nuovo linguaggio, nuovi temi, attraverso l’aggregazione di nuovi autori emergenti o semplicemente una nuova generazione che legge e studia. Nel caso di Vincenzo Sofo diventa soggetto istituzionale, trasforma le proposte in politica reale. Il comunitarismo è innanzitutto è una modalità di partecipazione politica e culturale: si lavora insieme in ciascun ambito, studiando e progettando, guardando al domani a differenza di una politica miope che guarda alla contingenza e all’opportunismo, il tutto condito da una pessima selezione della classe dirigente.
Vi è poi la controversa questione di quali contenuti dare al concetto di sovranismo. E’ indubbio che una certa visione dell’ Europa ( intesa come dissoluzione dell’ identità dei popoli ) sia fortemente negativa, proprio per questa proponiamo da sempre un’ idea di Europa alternativa, che sia sinonimo di grande patria comune dei suoi popoli. Anche riguardo la politica sull’immigrazione la mera difesa dei confini è insufficiente se non vi è un azione di protagonismo internazionale in aree strategiche per l’ Italia ( e l’ Europa stessa ) come l’ Africa. Potremo dire la stessa cosa riguardo alla difesa della famiglia naturale, una difesa possibile solo se si ha il coraggio di rimettere seriamente in discussione i modelli edonisti e individualisti dominanti.
L’Italia ha un ruolo universale essendo da sempre un laboratorio identitario per la sua complessa storia e la ricchezza dei localismi. Se come dice Marcello Veneziani ci vogliono degli stati generali di destra è a questi fermenti che bisogna guardare e la capacità di creare una maggiore interazione tra cultura e azione politica.
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