INSORGENZE E SOVRANISMO
Uno degli errori più frequenti del nazionalismo è la confusione tra il concetto di patria e il concetto di nazione.Infatti, come è noto, la vulgata nazional-risorgimentale, sostiene che l’ Italia nasce prima come nazione culturale per poi raggiungere l’ unità politica nel XIX secolo. Questa narrazione tuttavia omette diverse pagine storiche, la più importante delle quali è sicuramente quella delle Insorgenze antigiacobine.
In un precedente articolo, ci siamo soffermati su questo evento cruciale per il nostro paese, al fine di promuovere una riflessione storica e di attualità in merito all’identitarismo. Infatti, nonostante la sconfitta delle truppe napoleoniche, il fermento rivoluzionario condizionò pesantemente il Risorgimento. Per questo motivo l’esito nazionalista del complesso fenomeno risorgimentale amalgamò elementi patriottici, romantici ma anche giacobini, assai lontani dalla natura plurale e Cristiana italiana.
Questa contraddizione, presente anche negli sviluppi del nazionalismo italiano del novecento, fu sottolineata magistralmente da Julius Evola che ebbe il merito di individuare le criticità dello stato nazione sulla base di una lettura della storia basata su studi Tradizionali. Non a caso Evola fu tra i protagonisti , insieme ad altri esoteristi italiani come Guido De Giorgio e Arturo Reghini ,di correnti metapolitiche e spirituali volte a valorizzare in modo più profondo il retaggio Tradizionale romano. Inoltre va detto che Julius Evola anticipò, in pieno Ventennio, importanti spunti sul dibattito del revisionismo del Risorgimento, filone che a cavallo del XX e XXI secolo, si arrichirà di importanti contributi Cattolici ed etnoregionalisti che metteranno in evidenza gli irrisolti nodi della questione cattolica, di quella meridionale e settentrionale.
Da sempre il Talebano critica il nazionalismo di matrice giacobina, preferendo distinguere il concetto di Patria da quello da quello di Nazione. Se per Patria infatti si intende la terra dei padri, conservata attraverso la trasmissione delle tradizioni culturali e spirituali, la Nazione nient’ altro è che uno spazio geografico i cui confini convenzionali sono cambiati centinaia di volte nel corso degli ultimi secoli. Concludendo possiamo dire che forse oggi è più utile una riflessione seria sul concetto di popoli e populismo, approfondendo la natura plurale dei popoli italiani e riflettendo sulle criticità dei complessi eventi del periodo risorgimentale.
Sul rigetto del nazionalismo di stampo giacobino sono d’accordo. Tuttavia non contrapporrei il dato “nazione” a quello di patria. L’uno è diciamo più formale, serve a delimitare per esempio gli spazi fisici, cioè la difesa dei confini, nei quali quella certa idea di patria si è venuta formando e consolidando nel corso dei secoli e senza il quale forse non riuscirebbe a essere difesa e perpetuarsi