LA MEGLIO GIOVENTU’
A settembre iniziano le serate formative Talebane!
In seguito all’avvento del web e dei social network abbiamo assistito a una trasformazione della società moderna che ha visto divenire i 140 caratteri necessari per scrivere un tweet l’unità di misura della sua comunicazione. Abbiamo assistito alla semplificazione dell’informazione e alla banalizzazione del messaggio politico per via della necessità della politica di adattarsi al nuovo schema comunicativo imposto dalla società virtuale. Infine abbiamo assistito alla demonizzazione e alla polverizzazione di quel sistema partito della Prima Repubblica che faceva del suo radicamento sul territorio e nel contesto sociale il mezzo per attrarre i giovani e formarli nelle sezioni per divenire la classe dirigente del futuro.
Se nella Prima Repubblica l’elettore cercava nel politico un modello, una guida a cui affidare il proprio sentire affinchè questo potesse indicargli la via, al tempo della società della disentermediazione ciò che il cittadino cerca è un qualcuno che sia simile a lui. E’ la logica della democrazia diretta e della piattaforma Rousseau, è la logica delle dirette Facebook in cui qualsiasi filtro è eliminato e rimane solo un uomo che si rivolge dal suo privato a un altro uomo che brama di sentirsi suo pari. La classe politica allora in questo Paese da dopo Tangentopoli e ancora più negli ultimi 10 anni si è scissa dalla classe dirigente cercando di avvicinarsi all’uomo comune nella stupida convinzione che una comunità di qualunque genere non necessiti di un élite a tracciare la rotta.
Il termine élite deve allora essere riscoperto subendo un capovolgimento radicale rispetto a ciò che rappresenta oggi nello scenario contemporaneo. E’ necessario riscoprire un concetto nobile di élite come una classe dirigente che non sfrutti il popolo ma che in vitù delle proprie capacità, conoscenze e valori sappia guidarlo indicandogli la via verso il benessere. Ogni popolo necessita di un élite in quanto solamente tramite la selezione di una classe politica adeguata potrà far emergere il proprio genio, solamente tramite la valorizzazione dei suoi talenti potrà trovare la realizzazione e un suo ruolo nel mondo. Il dogma, o per meglio dire lo slogan, a 5 stelle dell’ “uno vale uno” è la vittoria della mediocrità, la sciocca pretesa di rinunciare a farci guidare dalle notre energie migliori per scegliere tutti insieme la via per raggiungere la mediocrità.
I partiti devono però tornare ad assumersi l’onere di crescere una generazione insegnando la politica, intesa nella sua concezione più nobile come comprensione della realtà e elaborazione di proposte. Se il messaggio politico all’epoca della Terza Repubblica ha assunto conntati diffusamente e radicalemente post-ideologici questo non significa che l’ideologica non resti fondamentale nello sviluppo della coscienza di un militante politico, non fosse altro che come sistema valoriale di riferimento attraverso le cui lenti guardare il mondo. Si deve permettere ai giovani di ritrovare un’identità forte attraverso centri di aggregazione e di elelaborazione culturale in un’epoca della globalizzazione la cui stellla polare pare essere diventata il nichilismo dilagante. Per ricostruire un’identità si deve partire dai valori e da una piattaforma programmatica, dal costruire nella società dei nuovi legami comunitari attraverso la formazione.
Ecco perchè come Talebano abbiamo deciso di mettere in piedi un progetto di corso di formazione che voglia trasmettere una visione del reale e che voglia indurre chi avrà il piacere di prenderne parte al ragionamento e allo sviluppo del pensiero critico.
Perchè solamente se la politica si farà carico di dare alle nuove generazioni un forte retroterra culturale che li renda coscienti delle proprie radici questi potranno comprendere il futuro, solamente attraverso l’instillazione del dubbio questi potranno un domani proporre le proprie visioni, e solamente tramite la riscoperta dei valori potranno divenire una nuova visionaria élite che sappia guidare il popolo.
Carlo Novero
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