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SULLA LIBRA, OVVERO DELLA MORTE DELLA SOVRANITÀ NAZIONALE

banknote one US dollar

In questi giorni, finalmente, è stata gettata la maschera e, seppur non vi sia un rettile sotto il pallore – come sostenuto da strani figuri, naturalmente statunitensi – si è ritrovato quello spericolato speculatore che da anni sosteniamo esserlo.

Con “Libra”, la valuta virtuale avallata e finanziata dai grandi nomi della moneta elettronica come Visa, MasterCard e PayPal, Zuckerberg è pronto a gettarsi nella mischia e, forte di una delle società più ricche, influenti e diffuse al mondo, a dettar legge.

Finalità manifesta, come dichiarato dallo stesso deus ex worldwideweb, è quello di consentire agli utenti di acquistare e vendere prodotti all’interno del Marketplace utilizzando un’unica moneta, garantendo così alla sua società maggiori ricavi con le interazioni pubblicitarie. Obiettivo occulto, ma non troppo, è quello di staccarsi definitivamente dalle valute nazionali e dagli Stati, realizzando così un solo grande mercato globale, privatizzato, senza freni né controlli e, soprattutto, di proprietà.

Il Grande Fratello Inc. sta arrivando!

Da tempo, i tanto bistrattati populisti, i provincialisti, i Don Chisciotte di periferia, gli strenui difensori del dialetto e delle identità locali, si battono nelle trincee della quotidianità, opponendosi fieramente al Leviatano e denunciando, gridando alle stelle, il disprezzo verso questi figli arrembanti dell’individualismo più sfrenato. Ora tutto è perduto.

La sovranità delle Nazioni, la libertà delle persone, la curiosità e il sapere stanno per ricevere un corpo mortale e saremo proprio noi, uomini e donne qualunque, indaffarati in mille faccende ma tutti social addicted, a premere il grilletto.

D’altronde, come biasimare uno degli uomini più ricchi del pianeta? Il caro Mark sta solo realizzando la paventata – e aspramente criticata – equazione di Marx: denaro, merce, più denaro.

Con Libra (e Calibra, portafoglio elettronico), si minano le fondamenta stesse dello stato moderno, intaccando quel sistema di pesi e contrappesi che caratterizza i rapporti tra le nazioni e consente, almeno in parte e solamente in Paesi civili (gli USA, da questo punto di vista, sono ben fuori) di redistribuire il benessere tra le diverse fasce della popolazione.

Libra vuole essere il nuovo sesterzo, moneta del villaggio globale e virtuale che, giorno dopo giorno, noi tutti ci cuciamo addosso. All’interno di questo circolo vizioso, nessuno purtroppo è esente da colpe, sia chi ha sempre minimizzato la questione, sia chi ha abbracciato ab initio la rivoluzione digitale ignorando le conseguenze di tali atti.

Libra vuole essere il nuovo Sole del sistema internet, dinaro sonante della nuova Terra Promessa.

Eppure, la letteratura e la cinematografia da decenni denunciano le problematiche legate all’espansione incontrollata, e sregolata, delle multinazionali. Uno su tutti, Fight Club, libro e film che prendono spunto dall’alienazione sociale degli ultimi decenni, riporta che “quando l’esplorazione nello spazio s’intensificherà saranno le società a dare il nome a tutto; la sfera stellare IBM, la galassia Microsoft, il pianeta Starbucks […]”; orbene, l’autore Palaniuk si sbagliava, in quanto non c’è bisogno di attendere l’esplorazione spaziale per osservare società più ricche di una piccola nazione spartirsi il lauto banchetto. Sarebbe più corretto quindi affermare: “quando gli Stati nazionali rinunceranno alla loro sovranità, saranno le società a decidere chi deve mangiare, cosa, dove, come e quando”.

Con Libra assistiamo all’evolversi di una trama degna del miglior Asimov, con la differenza che vivremo tutti noi, sulla nostra pelle, le nostre stesse scelte scellerate.

Resistere, ma come?

Si può resistere a chi possiede – e vende – i dati di oltre 2,38 miliardi di persone e al quale stiamo per dare, letteralmente, anche il conto in banca?

Sicuramente vi è chi sostiene che non c’è nulla di male nei progetti di Padron Mark, che ogni sua scelta è dettata da una grande attenzione verso il prossimo, verso i più deboli, per permettere a chiunque, in qualunque parte del mondo, di aver accesso a qualsiasi tipo di servizio. Ben sappiamo che siffatti ultras del buonismo a tutti i costi altro non sono che bandieruole al vento, cicisbei pronti a svendersi al miglior offerente per mero sadomasochismo.

Non c’è, ne mai ci sarà, nulla di caritatevole nella scelte delle multinazionali, specialmente le giovani ed arrembanti imprese digitali. Lo spirito cristiano, tanto invocato e strumentalmente abusato, non appartiene a questo mondo di profitti, benchmarks, rate of change, trust e chi più ne ha più ne metta.

Che fare?

Ben poco si può contro questi giganti, se non avventurarsi nel bosco della vita vera, fuori dalla rassicurante finzione che la Rete offre, Waldgänger del XXI secolo, e costruire qualcosa assieme alle piccole Comunità di coraggiosi che hanno saputo rifiutare il frutto del serpente.

Se Davide ha sconfitto Golia una volta, nulla vieta di compiere ancora il miracolo.

Andrea Tomasini

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