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RUSSIA: ATTENTA A PUTIN

L'arma a doppio taglio della personalizzazione della politica

Con qualche secolo di ritardo, Napoleone potrebbe espugnare la Russia. Chi scrive non nutre particolare ammirazione per l’idolo di Francia, tanto meno per i princìpi giacobini; perciò è un’amara constatazione. Ma andiamo con ordine: più volte abbiamo indicato come la Russia sia l’unica salvezza per i popoli europei, l’unica potenza in grado di riequilibrare una situazione, non solo geopolitica, ma soprattutto culturale, in cui la spiritualità cristiana sta arrancando sotto il giogo del materialismo catto-progressista.

C’è però un pericolo contro cui la Russia deve rimanere in allerta: la bonapartizzazione, appunto, di Putin, ossia la montatura ad hoc di una figura carismatica al punto da oscurare tutto ciò che essa stessa ha portato. L’obiettivo è chiaro: accentrare l’immagine della Russia sul suo leader, colpendo quest’ultimo per distruggere di conseguenza tutto quanto da lui creato. È ormai noto che l’era Putin ha favorito non solo una crescita economica, ma soprattuto il riscatto di un popolo anestetizzato da settant’anni di comunismo e da un decennio di oligarchia liberista eltsiniana, entrambe ideologie che hanno sottomesso un intero popolo.

Colpirne uno per colpirli tutti, quindi: è questo l’obiettivo degli architetti del mondo unipolare. Non sarebbe d’altronde una novità: la storia ci insegna che, ad esempio, il fascismo si suicidò proprio prendendo la via del leaderismo, e fu così più facile per la borghesia liberale, allora interna al governo stesso, creare i presupposti per favorire poi una demonizzazione di quella che di fatto fu l’unica vera alternativa al capitalismo oligarchico. Si tratta di semplice un parallelismo storico che non vuole in alcun modo paragonare il fascismo italiano alla nuova Russia di Putin. Un denominatore comune però c’è: già allora a beneficiarne furono, e non è un caso, gli Stati Uniti ed i sistemi finanziari ad essi connessi, che ancor oggi muovono i loro tentacoli sull’altra sponda dell’Atlantico.

La verità che a questo punto emerge è che, coloro che elevano lo “zar” ad eroe moderno, finiscono per rendersi funzionali al sistema. E ciò, purtroppo, non dipende da Putin, il quale quasi mai può permettersi di non adottare un approccio autoritario. La palla passa a chi gli sta attorno: è proprio per questo che si fa necessario ripartire in primis dai contenuti e dalla metapolitica. Altrimenti, Bonaparte rischia di tornare, e, questa volta, l’inverno russo potrebbe non bastare. Non ci resta che sperare che almeno la virilità napoleonica rimanga dove è sempre stata…

Lorenzo De Bernardi

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