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SULLA MANIFESTAZIONE DEL 22 GENNAIO

Riportiamo l'intervento di Flavio Pagano

Buongiorno a tutti,

innanzitutto un ringraziamento agli organizzatori romani, a Riva Destra, a Patria, all’amico Fabio Sabbatani Schiuma ma soprattutto a Fabrizio e Vincenzo e a Il Talebano tutto. È a loro che va il merito di questa e di altre bellissime iniziative, non ultima quella dello scorso novembre a Firenze con Marion Le Pen. Se, oggi, ci troviamo qui è per merito loro che hanno intrapreso un percorso difficile, complicato anche da chi spesso nell’area “di destra” predilige il proprio cortile e la propria pressoché nullità politica ad un progetto nuovo, vitale e al tempo stesso denso di sfide.

Molti di noi vengono da esperienze di militanza, altri, e questo mi rallegra, per via della giovane età non hanno fatto in tempo a subire una delle tante delusioni che abbiamo avuto nel corso degli ultimi venti anni quando qualcuno ha pensato, a più riprese, di poter cambiare le istituzioni da dentro e poi è finito per vendersi come tutti i corrotti che contestavamo. Qualcuno ha provato a cambiare un partito liberale da dentro ed è finito per esserne fagocitato.

Oggi abbiamo una possibilità, l’ennesima! Ma forse la più importante. Ci siamo scrollati di dosso l’eterna persecuzione di termini novecenteschi che, in fondo diciamocelo apertamente neanche ci sono mai piaciuti.

La lotta, in Italia come in Europa, in Nordamerica come in Sudamerica è fra Identità e Sovranità da una parte e Globalizzazione e mondialismo dall’altra.

I nostri nemici hanno svelato una maschera che li ha resi in finta contrapposizione per lunghi decenni. Adesso avremmo potuto dire che avevamo ragione quando assimilavamo le ideologie materialiste in un unico calderone. Avere ragione, a conti fatti, non basta e non serve aggiungo io!

Molti, magari non presenti oggi, potrebbero pensare che è proprio sulla questione identitaria che un Fronte Sovranista potrebbe collassare da dentro. Troppo diverse le storie degli attuali partiti politici che non sono annoverabili all’area di centro e di sinistra? Troppe parole dette in passato da qualcuno al nord piuttosto che al sud o nelle isole?

Ma l’identità non è solo quella nazionale che ci accomuna tutti in questa sala.

L’identità è anche quella delle Mille Patrie che hanno reso gloriosa la storia d’Italia perfino quando eravamo divisi. Le identità, rigorosamente al plurale, che fanno sì che a pochi chilometri di distanza ci siano variazioni dei dialetti regionali, feste di patrono, ricette culinarie fra le più svariate.

Quando ho iniziato a seguire il lavoro di Fabrizio e Vincenzo sono stato rapito dalle loro riflessioni sul concetto di Patria. Dopo averli conosciuti di persona non ho avuto alcun dubbio a schierarmi in maniera attiva a favore di questo progetto.

L’Italia è costellata dalle eterne lotte tra guelfi e ghibellini, tra chi ha subito la dominazione longobarda e chi quella bizantina. Eppure tutte queste diversità ci hanno solo arricchiti e fanno del nostro il Paese più bello del mondo.

L’identità, dicevamo. Ebbene se non si pone su questa parola la base del nostro progetto la seconda inizierebbe a perdere di significato. Può esistere la sovranità senza identità? A chi farebbe capo questa presunta sovranità?

In Europa, e non solo, molti lo hanno capito. Siamo vicini a traguardi inimmaginabili e mi riferisco alle prossime elezioni in Francia e in Olanda o a quelle svolte e rimandate due volte in Austria.

Ecco la linea è tracciata, ma senza dimenticare che le idee più originali e romantiche sono sempre partite dalla nostra Penisola.

Grazie a tutti.

Flavio Pagano
Intervento presentazione Fronte Identitario
Comunità Salerno

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