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IL GIORNALISMO QUESTUANTE

Una lancia spezzata in favore del ministro Giannini

È notizia di due settimane fa, ma che continua a essere frignata ogni sera dal programma in questione, la vicenda  di  Avellino vissuta dall’inviato di Striscia la Notizia, tale Luca Abete.

Stando alle sue asserzioni, avrebbe voluto intervistare il ministro dell’istruzione Giannini. Usiamo il condizionale e “le sue dichiarazioni”, poiché dalle immagini iniziali non emerge alcuna seria volontà giornalistica. Lamenta poi lo stesso il fatto di essere stato “malmenato” e insultato.

Intanto cominciamo con il dire che secondo noi Luca Abete non fa giornalismo. Almeno nel caso in questione, fa  farsa, fa pagliacciata. Non fa giornalismo, ma accumula fango mediatico con le tecniche affini a quelle del politicante da bar: non va in fondo alle tematiche. La sua affermazione iniziale era “la carta igienica manca!” Dove? Quando? In tutte le scuole d’Italia? Quale scuola? Sempre? Se volessimo guardare la realtà sarebbe tutto in queste domande il “peso” reale della sua inchiesta. Giornalismo? Ripetete uno slogan, non verifica, non distingue tra regola ed eccezione. Alla sua forma di porsi – affine a quella del bulleto, per certi versi – c è poco rimedio: indifferenza o sgarbo.

Alla fine sgarbo fu! Non percosse come, fantasiosamente, afferma e come si vede quando la testa è più appoggiata che sbattuta, come il calciatore che, toccato in area di rigore, cade e reclama a gran voce il fallo. Se si presta, come in questa circostanza, al circo, viene di conseguenza trattato da pagliaccio ed apostrofato come tale.  Per favore non parliamo di giornalismo. L’hanno maneggiato come meritava, perché diversamente era difficile. Perché è sempre difficile confrontarsi umanamente con il bulletto.

Poi, a dirla tutta, dietro la divisa, non c’è un robot ma una persona. In questa giorni, in questa seconda fase di “reminescenza”, l’autore del servizio, proprio come il bulletto, viene  protetto dalla cerchia (opinione pubblica, utenti, telespettatori) di chi si chiama nella psicologia del bullismo “fiancheggiatore” o “consolatore”. A queste persone diciamo sveglia! E ci spaventa che di fronte all’isteria collettiva ed alla gogna mediatica  pure la moviola, continuamente riproposta in questi giorni, riesce ad essere manipolata se associata a uno slogan ridondante.

Patetico ugualmente,e peggio ancora terribile, è il ruolo di chi, intelligente, in fondo capisce ma fa buon viso a cattivo gioco. Mi riferisco in primis ai presentatori, Greggio ed Hunziker, che giocano il ruolo degli indignati, facendo da modello a questo nuovo ossimoro antropologico, agli autori del programma ed agli altri inviati che continuano a rivoltare la cosa. È questo il pane avvelenato che servono  questi demistificatori della realtà che elemosinano indici di ascolto  fomentando lo spettacolo degli  istinti più bassi.

Ecco a voi, signore e signori, i nuovi accattoni!  Che stile! Ulteriori approfondimenti su questo tipo di giornalismo potranno certo venire, ma ci sentiamo adesso di dover  chiudere qui questa pagina avvilente e pietosa.

Gianfranco Costanzo

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