GLI INTRAPRENDENTI NON HANNO LA BARBA
Ma noi sì
Tra tutto quello che ci è stato detto, nessuno mai ci ha accusato di “essere dei furbetti”, ma c’è sempre una prima volta. Sbagliamo? Ecco che torna il direttore del nostro giornale on-line “preferito”: l’Intraprendente. Si badi bene, noi non stiamo a seguire i nostri “soci” comunitaristi e anticapitalisti come l’Intellettuale Dissidente di Sebastiano Caputo ma ci riuniamo settimanalmente a discutere e litigare sui migliori pezzi pubblicati dal giornale di via Majno. Che serate emozionanti che passiamo noi Talebani, altro che divertirsi umiliando le donne coprendole di veli e picchiandole selvaggiamente.
Sono circa le 19.00 e sono in attesa di una chiamata da parte della coordinatrice della Sicilia di 1000 Patrie per l’organizzazione di un incontro nazionale che si terrà settimana prossima a Roma, ed ecco che giunge invece la telefonata di un talebano: “hai letto il direttore de l’Intraprendente?” , rispondo negativamente e chiedo quale siano le nuove; “ci accusa di essere dei furbetti perché non lo abbiamo mai invitato realmente a un dibattito e che il tuo pezzo è retorica. Ma la cosa simpatica è che in un pippone, scritto molto bene, in realtà non dice nulla sui fatti. Per dare forza al suo pezzo cita anche Gianfranco Miglio. Da ridere!”.
Ecco spiegato come vengo a conoscenza degli articoli de l’Intraprendente: un po’ come succede con tutto, qualcuno legge e, se ritenuto interessante per qualsiasi motivo, comunica. Credo sia successo lo stesso con il pezzo firmato da me e precedentemente da Cristiano Puglisi: qualcuno avrà letto e quindi riportato al direttore Giovanni Sallusti. A mio avviso, Talebano e quindi con molteplici limiti, l’invito è stato inviato di fatto e ed è stato ricevuto e accettato.
Resta certamente la realtà ed è solamente una: fu il quotidiano on-line di G. Sallusti ad attaccare, in modo anche simpatico, il nostro gruppo con questo articolo. Noi, che siamo ignoranti e viviamo nelle caverne del nord dell’Afghanistan, non conoscevamo ancora l’ottimo giornale d’opinione del Nord. Nel suo pezzo, G. Sallusti, racconta che noi avremmo una claque virtuale: sia vero o meno, resta il fatto che siamo certamente una realtà non virtuale con diverse ramificazioni e un laboratorio politico composto da 17 organizzazioni che copre tutta l’Italia; una struttura che propone oltre 10 incontri mensili in diversi comuni italiani in modo diretto con il nome di 1000 Patrie per l’Italia o con i nomi delle associazioni. Solo settimana prossima, per fare un esempio, a Milano ci sarà una serata con Massimo Fini, mentre a Ostia sarà con Pietrangelo Buttafuoco (entrambi, in un modo o nell’altro, veri nemici dell’americanismo e del capitalismo, ci caschiamo sempre), per non tacere degli incontri che si terrnno in Veneto e a Taranto.
Siamo fan di Matteo Salvini? Si, a noi piace e crediamo di averne delle ragioni e tutti coloro che “amano” il nord dovrebbero essere d’accordo visto che ha resuscitato un partito morto, finito. Grazie a Roberto Maroni prima, colui che ha avuto il merito di restituire un’immagine rispettabile ad un movimento in balia di indiscrezioni giornalistiche e provvedimenti giudiziari, e Salvini poi, la Lega oggi esiste ancora. Quindi felici di essere dalla loro parte. Ma certamente, la rete di cui facciamo parte non è felice di alcune scelte del segretario federale e l’esasperazione di una comunicazione da bar non ci piace: ci piacerebbe, invece, che ci fosse un po’ più “cultura” nelle sue argomentazioni. Siamo convinti siano stati fatti degli errori ma chi non lavora non si sporca.
Ma la domanda principale resta una: Matteo Salvini ha fatto bene o male alla Lega Nord?
Solo una può essere la risposta perché senza di lui, oggi, la Lega nord non esisterebbe più: ci sarebbe un nuovo soggetto a rete voluto e costruito dal neounionista Tosi. E qui casca l’asino: attaccare Salvini perché cerca di creare uno strumento per allearsi al Sud (aka “i Terroni”, NdR) e finalmente portare il federalismo non andrebbe bene, ma se Tosi parla di una fondazione nazionale che racchiuda liste civiche su tutto il territorio per poi presentarsi assieme, invece, è una grande azione politica. Ma direttore, chi prendiamo in giro?
E veniamo poi alla questione dell’invito. No, noi non abbiamo tutti gli strumenti diabolici da lei citati, siamo Talebani e già abbiamo difficoltà con la tastiera e questo strumento chiamato web; non amiamo la modernità che ci allontana dalla realtà dove, per esempio, il sesso è divenuto virtuale e non più consumato e molto per colpa delle pornografia come raccontato ne “l’Ideologia del Godimento”(utilizzo questo esempio per fare un po’ di pubblicità al mio ultimo libro, serve sempre)… Siamo passatisti e pericolosamente refrattari a tutto ciò che non conosciamo. Detto e specificato questo, sappiamo invece che i suoi giornalisti ci seguono, lo sappiamo per certo e sappiamo che, come infatti è successo, lei avrebbe saputo dell’invito di Cristiano Pugliesi da parte del Talebano. Ribadiamo quanto scrivemmo nel precedente articolo: la manipolazione della realtà è un’arte ma funziona se nessuno riporta poi come funzionano le cose.
Accettato l’invito da parte sua, e ne siamo veramente contenti, abbiamo già il luogo dove tenere l’incontro che è un noto locale in cui noi Talebano, oltre a incontrarci, viviamo una vita sociale bevendo alcol e giocando con donne occidentali. Ora resta solo la data, ho già fatto richiesta al fine procurarmi il suo numero di cellulare e cercherò di comunicare direttamente con lei.
La ringraziamo anticipatamente per la disponibilità del suo giornale e della sua persona.
Un Brutto Talebano che ha pure la sfortuna di non avere la barba
Fabrizio Fratus
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