FEDERALISMO UNICA VIA
La sintesi federalista-comunitarista come nuovo orizzonte politico
Uno dei fenomeni più interessanti e nello stesso tempo più misconosciuti del panorama politico culturale italiano è stata la ripresa e lo sviluppo del pensiero federalista in stretta connessione con la riscoperta del localismo, fenomeno che ha avuto nell’area padano-alpina un suo laboratorio in stretta connessione ad una sua tradizione municipalista non priva di spinte autonomiste e di grandi pensatori federalisti. Come sostiene Stefano Bruno Galli nel suo Radici del federalismo, questo fenomeno, leghista non solo in senso di appartenenza all’area politica del Carroccio, ma nel senso che ha origini simboliche nell’esperienza medievale della Lega lombarda (federalista e municipalista ante-litteram come sostiene Franco Cardini), ha certamente un respiro europeo. Il modello svizzero, il filone del federalismo integrale,per non parlare di tutta la tradizione federalista e confederalista risorgimentale ne sono un esempio.
Certamente padre del pensiero federalista europeo fu Althusius, autore riscoperto da Alain De Benoist, pensatore di quella che un tempo fu definita Nuovelle droite. E non è certamente un caso che realtà come Terra Insubre, vera e propria avanguardia dell’etnoregionalismo, si sia incontrata col pensatore transalpino e nella sua rivista abbia recensito due saggi imprescindibili per il pensiero federalista e comunitario, che deve porsi come nuovo paradigma metapolitico e di azione movimentista.
Il primo è “L’impero Interiore mito e autorità nell’ Europa moderna e contemporanea”. Consigliando vivamente la lettura dei testi, mi limiterò a riprendere alcuni spunti di questi scritti. Alain De Benoist rintraccia le radici di una cultura federalista europea nell’esperienza delle società tradizionali e nello specifico dell’ Impero. Diversamente dal modello giacobino moderno tendente all’omologazione, l’impero aveva un’autorità spirituale che, soprattutto come nell’ esperienza del Sacro Romano Impero, e del conseguente Impero Austro-Ungarico tendeva ad avere un’articolazione molto pluralistica di comunità organiche. Non a caso nel pensiero di Althuisius si ritrovano questo equilibrio tra unità e diversità di respiro comunitario.
Come non negare che tali esperienze appartengono all’area padano-alpina? Attualizzando tale pensiero, non potremo non vedere come la riscoperta delle piccole patrie in un contesto di Europa “profonda” aperta alla vicina ed euroasiatica ed euroasiatista russa, porti a riscoprire ed attualizzare un orizzonte di un etnofederalismo su grandi spazi, che si pone in alternativa alla omologazione mondialista americanista, eurista, volta, come sostiene Ida Magli, a distruggere la civiltà europea accelerando un lungo declino su cui già all’inizio del secolo breve si interrogava la migliore intellettualità europea , la cosiddetta letteratura della crisi.
Se certamente la “Patria” è la terra dei padri, legata alla carnalità localista, parafrasando Julius Evola è anche la “nostra idea”, ha una dimensione ideale ed oserei dire spirituale in quanto recupera simbolismi delle nostre tradizioni spirituali. Passando al secondo saggio, strettamente correlato a questo discorso, “Identità e comunità”, la riscoperta delle piccole patrie e dell’identitarismo tout-court è una scelta di vita che guarda ad un orizzonte ben diverso: il comunitarismo corrente di origine nord-americana ma che avuto anche uno sviluppo nel nostro paese, in particolare col prezioso lavoro del circolo il Talebano che ha costruito una solida collaborazione con intellettuali del calibro di Massimo Fini, Pietrangelo Buttafuoco, Diego Fusaro e non a caso Alain de Benoist. Crediamo che tutto il lavoro fatto da associazioni come Terra Insubre, Idee per l’Europa dei popoli e altre di questa variegata galassia comunitarista-identitaria come Identità Europea attente alla dimensione localista possa trovare una sintesi e una traduzione in nuove parole d’ordine che difendano con un pensiero all’altezza dei tempi di identità, territorio e sovranità dal momento che la riscoperta delle piccole patrie e delle radici cristiane e del territorio, assumono una portata più ampia di sensibilità indipendentiste e cristiane e sono coniugabili in una concezione di patria e famiglia di portata più trasversale.
Roberto Priora
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