QUANTO CASINO PER UNA CRAVATTA VERDE
Sterili e futili polemiche (nonché analisi politiche politiche poco convincenti) su Matteo Salvini, da parte della redazione de Il Foglio
Il direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, sappiamo bene essere USA-friendly e soprattutto essere stato (oggi non si sa) anche a libro paga degli Americani; eccolo, allora, iniziare una campagna di delegittimazione del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. L’autore a cui è stato dato il compito dell’analisi contro Matteo è Claudio Cerasa, che su Rivista Studio presenta un’analisi sulle reali possibilità di Salvini di vincere le elezioni. Ecco i punti per cui, a suo (loro) dire l’azione del segretario è utile a Renzi.
il segretario della Lega, così dicono anche i flussi elettorali dell’Emilia Romagna, toglie voti non al Pd ma esattamente ai suoi nemici, ovvero al Movimento 5 Stelle e anche a Forza Italia, e un assist migliore per Renzi non ci sarebbe potuto essere
La considerazione di Cerasa è stramba e quasi stupida: Forza Italia nell’ottica di Salvini è alleata di Renzi in parlamento, quindi, in una manichea logica di maggioranza vs opposizione, ottimo togliere voti al partito di Berlusconi. Il M5S, invece, è uno strumento del potere, quindi del sistema a cui fa riferimento lo stesso Matteo Renzi. Da quando Grillo ha un gran numero di parlamentari i risultati del suo movimento sono stati solamente quelli di dare maggiore potere a chi risponde all’Europa della Merkel odiata da Salvini. Grazie al M5S sono infatti arrivati prima Letta e poi Matteo Renzi. In Parlamento sono irrilevanti anche avendo un gran numero di “cittadini”. Togliere voto a loro vuol dire, quindi, avere forza nell’opporsi a Matteo Renzi.
Un altro punto a sostegno della tesi del caporedattore de Il Foglio è la tesi secondo la quale il movimento della Lega spingerebbe Forza Italia a lasciare il campo dei moderati per inseguire Salvini sui temi come l’uscita dall’Euro e quindi, in sostanza, lasciando spazi da occupare a Renzi. Anche questa valutazione lascia il tempo che trova: la prima considerazione logica è che Renzi, spostandosi sempre di più al centro, stia perdendo molto a sinistra )e la maggioranza dei voti del PD sono “sinistrati”). Proprio le elezioni in Emilia Romagna confermano questo dato. Altra considerazione di cui non si tiene conto è il fatto che le persone non vanno a votare. Perché? Forse la scelta deriva proprio dal non essere moderate o, se anche fosse questa la loro indole, non la manifesterebbero nel segreto dell’urna in questo dato momento storico e quindi è più plausibile pensare che siano pronti a votare chi cerca di dare risposte alla grande crisi in atto. Per finire resta evidente la faziosità del giornalista: la moneta unica è in crisi, lo dicono ormai anche molti quotidiani del sistema media europeo, non è Salvini a cavalcare un pericolo, è il pericolo Euro = povertà che ormai è percepito dalla maggioranza degli italiani e tutte queste presone voteranno l’annunciatore di grandi riforme inutili? Noi non crediamo.
Tra le problematiche che vengono presentate a sostegno della tesi c’è pure quella della comparazione con il successo del Front National francese facendo rilevare che in Francia non c’è Grillo. Vero, ma il M5S, come rilevano i dati, sta diminuendo in consenso, poiché molti elettori hanno compreso la futilità dell’azione politica grillina. Inoltre la Lega cerca i voti della “Destra”, cioè dell’AN scomparsa. Un bacino di qualche milione di voti. Cosa significa tutto questo? Semplice: il PD è in calo e lo sarà sempre di più visto che le promesse di Renzi non potranno essere mantenute e inoltre avrà una perdita di voti a sinistra. Mentre la Lega andrà a recuperare i voti di coloro che, delusi, non votano più e tutto ciò senza considerare un fatto importante che presto potrà contribuire alla scalata di Salvini: la nascita di un movimento presente su tutto il territorio nazionale svincolato dalla Lega Nord e dal suo statuto.
Fabrizio Fratus
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