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I pompini agli americani non servono a nulla (parola di ministro polacco)

Fuck the USA: il ministro polacco come gli Exploited

Sul Foglio di ieri, curiosa notizia circa le “esplicite” rivelazioni del ministro degli Esteri polacco. E se a farle è un sincero filoamericano…

Thatcheriano, neocon, filoamericano, antiputiniano, Radek Sikorski, ministro degli Esteri polacco, è un corpo estraneo nell’Unione Europea, uno che parla chiaro mentre gli altri ammiccano, uno che – a giudicare da quel che abbiamo scoperto leggendo le intercettazioni che lo hanno coinvolto – sa spiegare le cose in termini, come dire, inequivocabili.

È al centro di uno scandalo che in realtà di scandaloso nel merito non ha nulla, se non fosse che i tempi sono tutti sbagliati per lui, e tutti giusti per chi lo detesta (al punto che molte voci sostengono che si tratti di un regalino fattogli dai russi per sistemarlo), perché Sikorski è tra i nomi che circolano per il posto di Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue.

Ora le quotazioni del ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, sono molto in alto, quelle di Sikorski invece scendono, ma se le nomine non fossero una questione di equilibrismo europeo tra pesi delle nazioni e quote rosa, non si potrebbero immaginare due ministri degli Esteri dell’Ue più diversi di così.

Lo scandalo, dicevamo. Sikorski è stato intercettato all’inizio dell’anno in una conversazione a cena con l’ex ministro delle Finanze polacco, Jacek Rostowski, e le sue parole – registrate illegalmente, inutile dirlo – sono state pubblicate su un settimanale polacco. Sikorski dice: l’alleanza con Washington “è un’enorme cazzata. Finiremo a litigare con i tedeschi e con i russi e continueremo a pensare che tutto è super perché abbiamo fatto un pompino agli americani. Coglioni. Coglioni assoluti”.

Sikorski ribadisce che “l’alleanza con gli Stati Uniti non serve a niente”, anzi ci fa pensare di essere protetti, “ma è un’illusione di difesa”, “il problema in Polonia è che abbiamo poco orgoglio e poca autostima” (il ministro utilizza un termine, murzynskosc, che si riferisce a una mentalità da schiavi).

Ce n’è anche per il governo inglese, nonostante Sikorski sia stato cittadino inglese fino a qualche anno fa, sia cresciuto in terra britannica, abbia fatto il giornalista per giornali britannici e sia stato un fiero Young Thatcherite: riferendosi alla politica dell’immigrazione del premier David Cameron, Sikorski dice che è “una mossa mostruosamente sbagliata oppure, e non sarebbe la prima volta, è la dimostrazione della sua incompetenza negli affari europei”.

Il ministro polacco continua ricordando le liti europee sul Fiscal compact, nel 2011, che Cameron tentò di bloccare: “Non è interessato, non ci capisce niente, crede in una propaganda idiota, e stupidamente cerca di manipolare il sistema”. Ora in Polonia è caccia al colpevole, perché molti altri ministri sono finiti nelle intercettazioni, perché Sikorski dice che c’è dietro “una banda di criminali”, perché il direttore del magazine Wprost che ha pubblicato le intercettazioni s’è rifiutato di dare il suo computer alle forze di polizia (che hanno fatto un raid nella redazione in diretta tv) e dice che la sua fonte è un “imprenditore che si fa chiamare ‘Il Patriota’”.

Dicono che Sikorski sia furioso, c’è chi pensa che questo “Fuck the Usa” sia la risposta al “Fuck the Eu” che dissero gli americani qualche mese fa, un regolamento di conti tramite intercettazioni illegali che però è improbabile sia voluto dagli attori, la regia dovrà essere altrove (i giornali tedeschi che si stanno occupando voracemente della questione lasciano intendere una regia a est). Mentre Sikorski deve ripetere che l’alleanza con gli Stati Uniti è forte e da Washington diplomaticamente lo graziano rifugiandosi in un “non commentiamo conversazioni private”, la sua candidatura si perde nelle battute sui pompini e nei calcoli dei burocrati.

Paola Peduzzi per Il Foglio Quotidiano, 25/6/2014

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  1. Sono curioso di vedere che sanzioni mettono alla russia? Va!!! - Pagina 79

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