Inchiesta sulla Moschea di Milano: l’idea che spacca anche anche la comunità islamica
L'Intellettuale Dissidente accende i fari sui lati oscuri del nuovo progetto di Pisapia
Pubblichiamo l’interessante inchiesta degli amici de L’Intellettuale Dissidente, che indagano sugli aspetti ambigui legati al progetto di costruzione (in fretta e furia) della mosche a a Milano. Dietro all’intenzione di dare un luogo di culto ai musulmani milanesi, si nascondono gli interessi del Caim e i conflitti interni variegata comunità islamica.
La questione della possibile costruzione di una grande moschea a Milano in tempo per l’Expo 2015 continua a far discutere. Il Caim insiste sulla necessità di avere un grande luogo di culto in tempo per il grande evento del 2015 e ha lanciato una campagna per la promozione del proprio progetto che prevede la costruzione di una grande moschea al posto dello storico Palasharp di Lampugnano. Il direttivo ha indetto due incontri: l’11 aprile “il venerdì dei diritti”, grande preghiera comunitaria al Palasharp per lanciare la propria proposta. Il 18 aprile un evento rivolto alla cittadinanza milanese per presentare il progetto della moschea. Un modo per mettere pressione alla giunta Pisapia? Poco importa, perché la vice-sindaco Ada Lucia De Cesaris è stata molto chiara:
“L’amministrazione ha avviato un percorso che vuole e deve coinvolgere tutte le associazioni islamiche presenti sul territorio”. Un percorso che, secondo l’amministrazione Pisapia, “deve tenere conto di tutte le istanze, che non sono solo quelle espresse dal Caim”.
In sostanza, fanno sapere dal Comune, il Caim non rappresenta tutti i musulmani milanesi e se insiste nel voler perseguire una strada autonoma va bene, ma non potranno essere messe a disposizione aree pubbliche, come il Palasharp, al posto del quale l’associazione guidata da Davide Piccardo vorrebbe far sorgere la grande moschea.
PROBLEMI DI RAPPRESENTATIVITA’
La posizione della vice-sindaco è più che condivisibile in quanto il Caim non rappresenta tutte le realtà islamiche milanesi econcedere il progetto a un’unica realtà a discapito delle altre potrebbe portare a conseguenze spiacevoli. La Repubblica ha recentemente pubblicato un pezzo in cui Davide Piccardo, coordinatore del Caim, afferma di parlare a nome di una trentina di associazioni islamiche, ma di fatto il sito del Caim ne elenca attualmente solo 17, che si siano dimenticati di aggiornare il sito? [1] Come ha spiegato l’imam Yahya Pallavicini, vice-presidente della Coreis:
“si teme che il Comune di Milano, sfruttando l’occasione di Expo 2015, conceda la gestione dello spazio di preghiera a una sola fazione islamica, con una scelta non condivisa, che favorirebbe la nascita di un potentato, vicino a qualche paese islamico e a qualche movimento politico-religioso. Fra i musulmani c’è il timore che alcuni partiti islamici vogliano questa unica grande moschea per imporre il proprio potere.” [2][3]
LE AMBIGUITA’ DEL CAIM
Le perplessità tra i musulmani milanesi per quanto riguarda una possibile moschea in mano al Caim sono evidenti, come dimostra una lettera dello scorso 17 febbraio pubblicata da Lettera22 e destinata al sindaco Giuliano Pisapia; lettera firmata da alcune ragazze musulmane che hanno a cuore il futuro della città”e che si dicono preoccupate per il progetto della moschea a Milano in quanto presentato dal Caim: organizzazione che ha fatto “emergere in noi qualche perplessità sulle conseguenze per la comunità islamica milanese”. [4] [5] Un possibile riferimento alla vicinanza tra alcuni membri del direttivo del Caim e i Fratelli Musulmani egiziani. In un’intervista al TG regionale di Rai 3 (clicca qui per vedere il video), Davide Piccardo, in seguito a un chiarimento sulla vicinanza dell’associazione islamica ai Fratelli Musulmani, ha risposto:
“….noi non siamo vicini ai Fratelli Musulmani. Il Caim è una realtà che rappresenta una grande eterogeneità, ci sono posizioni molto diverse all’interno. Il Caim non si è mai espresso su vicende che riguardano la politica estera”. [6]
piccardo4Una dichiarazione che non può che suscitare perplessità visto che Piccardo è stato immortalato in numerose occasioni a capo di manifestazioni a favore dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi e dei Fratelli Musulmani egiziani (come dimostrano numerose foto), con tanto di megafono in mano ed ha anche paragonato Mursi ad Allende sul suo blog dell’Huffington Post.[7] Oltre a Piccardo in alcune foto compare anche un altro membro del direttivo Caim, Omar Jibril, responsabile servizi edilizi e immobiliari ed ex presidente dei Giovani Musulmani Italiani. [8] [9] Se è vero che privatamente si ha diritto ad esprimere le proprie opinioni politiche è anche vero che se si vuole ricoprire cariche di rappresentanza nei confronti dei musulmani milanesi, nessuno escluso, prese di posizioni così nette a favore di determinate fazioni sarebbero da evitare perché non fanno altro che creare divisione all’interno della comunità islamica. In aggiunta, nonostante Massimo Campanini parli di “fraintendimenti nei confronti dei Fratelli Musulmani”, l’esecutivo Morsi non è certo ricordato in Egitto come un esempio di tolleranza e democrazia, come non lo è la storia dei Fratelli Musulmani stessi. Un’altra dichiarazione che desta ulteriori dubbi è quella della responsabile area culturale del Caim, Sumaya Abdel Qader,[10] fatta sul Corriere della Sera:
“Si continua a pretendere che tutto questo venga rappresentato da una unica voce, da un unico organo che faccia domanda per tutti e operi per tutti. Niente di più errato. Primo perché così facendo non si rispettano le pluralità, secondo perché si sta spingendo le varie organizzazioni ad una gara a chi rappresenta di più gli altri e questo è nocivo (dividi et impera?). Nessuno può rappresentare tutti e nessuno può precludere una richiesta agli altri. Per questo la soluzione più semplice ed opportuna è che le Istituzioni siano capaci di riconoscere le diverse realtà dando adeguate risposte a tutti. Nessuno vuole una unica grande moschea per tutti. Impensabile. Si devono concedere e riconoscere luoghi di culto, compatibilmente con la Legge, a chi ne faccia richiesta”. [11]
A questo punto è legittimo porsi una domanda, l’eventuale moschea del Caim al Palasharp non sarebbe dunque per tutti? Le altrerealtà islamiche milanesi dovrebbero quindi arrangiarsi? La Abdel Qader non ha ben compreso che il Comune di Milano non ha in mente una gara col fine del “divide et impera”, ma vuole piuttosto prendere in considerazione tutte le istanze dei vari gruppi islamici, cosa più che legittima. Un tentativo di monopolio da parte del Caim non può che essere nocivo a un’eventuale costruzione di una Grande Moschea.
LA POCA CHIAREZZA SUI FINANZIAMENTI
Altro punto poco chiaro è legato ai finanziamenti del progetto che ha un valore di 10 milioni di euro, come ricordato anche da Pallavicini:“non è chiaro né chi finanzierà l’opera né da chi sarà gestita. Sul Fatto Quotidiano Yassine Baradai, responsabile comunicazione e fundraising del Caim ha dichiarato che tutti i finanziamenti arriverebbero “dall’interno della comunità”. In un pezzo di Repubblica invece Davide Piccardo ha dichiarato:
“I 100 mila fedeli milanesi si tasseranno per contribuire alla realizzazione del progetto. La comunità è pronta a far fronte alle spese e poi abbiamo già fatto una ricognizione per trovare finanziatori privati, in Italia e all’estero”. [12]
Lo scorso 29 gennaio sempre Repubblica aveva pubblicato un pezzo nel quale Piccardo tirava in ballo anche finanziamenti provenienti dal Golfo Persico:
“A proposito dei fondi necessari per costruire l’edificio, le parole di Piccardo sono molto chiare: ”Ci muoviamo alla luce del sole, il contribuente italiano non spenderà un centesimo. Abbiamo indicato al Comune quali sono gli imprenditori italiani e le fondazioni straniere del Golfo Persico che metteranno a disposizione i finanziamenti necessari”. [13]
iccardo4Non è chiaro a quali paesi del Golfo si faccia riferimento, ma è indubbio che ingenti finanziamenti da parte di possibili paesi come il Qatar, principale finanziatore dei Fratelli Musulmani, non possa che preoccupare tutti quei musulmani che non condividono l’ideologia di questa organizzazione. Il Qatar è da tempo interessato a determinati progetti su Milano. La Qatar Holding recentemente ha ufficializzato l’acquisto del 40% di Porta Nuova, il piano di sviluppo immobiliare di oltre due miliardi di euro attualmente in costruzione in pieno centro città, su 290 mila metri quadrati in zona Garibaldi-Repubblica.
La lunga mano del Qatar sembrerebbe quindi raggiungere anche l’Italia dopo i sostanziosi investimenti in altre parti d’Europa, come nel 2012 quando il paese del Golfo si è fatto avanti per investire 50 milioni di euro con lo scopo di “aiutare i musulmani in precarie condizioni” che vivono nelle banlieue transalpine. [14] Secondo quanto affermato dal Gatesone Institute, nel 2013 il Qatar ha donato 18 milioni di euro per la costruzione della moschea più grande della Scandinavia a Nørrebro, con tanto di minareto alto 20 metri. In un’intervista al Berlingske, Lars Aslan Rasmussen, membro del Consiglio Comunale di Copenaghen, ha dichiarato:
“Regali di questo tipo dal Qatar non sono gratuiti e sono preoccupato che i musulmani in Danimarca possano essere radicalizzati e spinti lontano da una società di cui dovrebbero invece essere parte integrante”. [15] [16]
Rasmussen ha poi ricordato che il Danish Islamic Council, che si occupa della realizzazione della moschea, è un’organizzazione ombrello legata alla FIOE (Federation of Islamic Organization in Europe), che avrebbe stretti legami con i Fratelli Musulmani. Su tale argomento vi è un interessante studio di Steve Merley, senior analyst della Nefa Foundation, dove vengono appunto messi in evidenza e approfonditi i legami tra Fioe e Fratellanza. [17] In un rapporto di 2200 pagine su Banlieue de la Republique, rilasciato dall’Institut Montaigne e diretto dal noto islamologo Giles Kepel, è ben spiegato come molti musulmani dei quartieri popolari si stiano allontanando sempre di più dai valori francesi per avvicinarsi a una visione radicale dell’Islam. [18]
E’ evidente che i finanziamenti del Qatar preoccupano gli analisti in quanto molto spesso chi finanzia acquisisce anche egemonia sull’orientamento religioso dei centri islamici presenti sul territorio e le posizioni della Fratellanza sono ben note. Campanini sostiene che perdere l’occasione Expo “potrebbe significare perdere anche gli investimenti di paesi arabi e l’indotto che potrebbe creare la moschea”, ma non è rischioso ricorrere a finanziamenti da parte di organizzazioni straniere che potrebbero esercitare una forte influenza sulla comunità islamica milanese e costituire così un potentato, come sostiene anche l’imam Pallavicini? Il rischio che alcuni partiti islamici impongano il proprio potere a discapito delle altre realtà milanesi è più che fondato e ciò recherebbe un grosso danno anche al processo di integrazione. [19]piccardo3
Gli investimenti esteri rischiano di essere estremamente nocivi per un Islam italiano che avrebbe invece bisogno di liberarsi da quei condizionamenti che spesso legano alcune comunità a gruppi e situazioni presenti nei paesi di origine, che nulla hanno a che vedere con il contesto italiano e che non fanno altro che portare ad antipatiche divisioni interne. E’ indubbio che avere un adeguato luogo di culto sia un diritto e una necessità per i musulmani milanesi ma per quale motivo fare le cose in modo così affrettato solo per rientrare nelle tempistiche dell’Expo? La pressione messa in atto dal Caim è appropriata vista la delicata situazione? O non rischia invece di creare dissensi e conflitti all’interno della stessa variegata comunità islamica milanese? Il Caim sta veramente perseguendo gli interessi dei musulmani milanesi o piuttosto i propri?
© INCHIESTA DI PROPRIETA’ DE “L’INTELLETTUALE DISSIDENTE”
NOTE
[1] http://www.cai-milano.it/category/aderenti/ (aggiornato al 14/03/2014 h: 00:12) [2] http://www.tempi.it/grande-moschea-a-milano-imam-pallavicini-ce-il-timore-che-alcuni-partiti-islamici-impongano-il-proprio-potere#.UyH50YWrPGd [3] http://www.tempi.it/tutto-quel-che-non-quadra-sul-progetto-della-grande-moschea-di-milano#.UyH5moWrPGd [4] http://www.yallaitalia.it/2014/02/moschea-a-milano-caro-pisapia-ce-posta-e-dubbi-per-lei/ [5] http://www.lettera22.it/showart.php?id=12851&rubrica=6 [6] https://www.youtube.com/watch?v=mMiQMVMv1mk&feature=youtu.be [7] http://www.huffingtonpost.it/davide-piccardo/non-posso-ricordare-allende-senza-pensare-a-morsi_b_3909800.html [8] http://www.cai-milano.it/area-servizi-edilizi-ed-immobiliari-caim/ [9] http://www.giovanimusulmani.it/GMI/latest/item/51-convegno2013/51-convegno2013 [10] http://www.cai-milano.it/area-culturale-caim/ [11] http://lacittanuova.milano.corriere.it/2014/03/13/i-giovani-musulmani-chiedono-una-moschea/ [12] http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/03/13/news/tappeto_cupola_e_minareto_il_progetto_da_10_milioni_di_euro_per_la_moschea_di_milano-80866290/?ref=HREC1-15 [13] http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/01/29/news/islam_gli_arabi_pronti_a_pagare_per_la_prima_moschea_a_milano-77164903/ [14] http://www.gatestoneinstitute.org/2833/qatar-financing-wahhabi-islam-europe [15] http://www.gatestoneinstitute.org/3968/denmark-grand-mosque [16] http://politicsinn.com/finally-a-distinctive-mosque-in-denmark/#!prettyPhoto [17] http://www.globalmbwatch.com/wp-content/uploads/2013/05/The-Federation-of-Islamic-Organizations-in-Europe.pdf [18] http://www.gatestoneinstitute.org/2833/qatar-financing-wahhabi-islam-europe [19] http://www.tempi.it/grande-moschea-a-milano-imam-pallavicini-ce-il-timore-che-alcuni-partiti-islamici-impongano-il-proprio-potere#.UyH50YWrPGd ALTRE FONTI http://www.ilgiornale.it/news/milano/moschea-progetto-e-braccio-ferro-1000980.html http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/13/moschea-a-milano-anche-alcuni-islamici-perplessi-comune-rimanda-approvazione/912275/ http://www.huffingtonpost.it/davide-piccardo/moschea-a-milano-5-domande-al-sindaco-pisapia_b_4955812.html http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/03/13/news/tappeto_cupola_e_minareto_il_progetto_da_10_milioni_di_euro_per_la_moschea_di_milano-80866290/?ref=HREC1-15 http://www.milanotoday.it/cronaca/moschea-milano-tutto-pronto.html https://www.youtube.com/watch?v=mMiQMVMv1mk&feature=youtu.be http://www.ilgiornale.it/news/milano/moschea-si-fa-non-si-dice-988128.html
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