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L’unica soluzione per salvare il Veneto è chiedere l’annessione alla Russia

La repressione delle richieste d'indipendenza è un dejà vù: chiedere a Bobby Sands

Settimana scorsa mentre ero al bar ho sentito dire da un vecchietto: “A questo popolo mancano le palle! Nessuno fa la rivoluzione in Italia, finché tutti hanno la minestra davanti“. Ieri, leggendo i giornali on-line, vengo a sapere che un “gruppo di pericolosissimi sovversivi” stava organizzando una rivoluzione. E via di parole come “separatisti”, “veneto nazione”, “sardegna indipendente”, “movimenti autonomisti siciliani e napoletan” e infine… “carro armato”.

Eppure, “carro armato” è una cazzata, trattandosi di una macchina agricola e non di macchina da guerra. Le forze dell’ordine stavano cercando le “armi di distruzione di massa”, come gli USA con Saddam…e poi si sa come vanno a finire queste cose. Vedi un trattore e lo chiami carro armato. Vedi un invasato da bar di provincia (il suddetto vecchietto) che fa discorsi deliranti al telefono e lo chiami “responsabile del reclutamento”. Vedi la gente comune stanca e stufa di una classe politica corrotta e li chiami rivoltosi. Vedi la Polizia reprimere il popolo che dovrebbe difendere.

Tutto questo casino è il risultato della massiccia adesione favorevole dei cittadini veneti al referendum popolare di plebiscito.eu. Inizialmente nessuno si sarebbe aspettato una partecipazione così entusiasta e un risultato tanto eclatante. In un primo momento di fronte al ”boato” dei risultati (2 milioni di votanti) c’è stato il silenzio dei media. Poi dopo poco è cominciata una campagna riduzionista e denigratoria da parte dei soliti giornalisti al soldo del potere centralisti. Ed infine la repressione nel più bieco stile Sovietico.

Già che abbiamo tirato in ballo i Sovietici, in verità una possibilità di salvezza per il popolo veneto c’è: disinteressarsi del ridicolo gevernicchio illegittimo italiano (farà mica paura quel tipo da spiaggia di Renzi?!), prendere il risultato del proprio referendum (quello si che è stato votato e che fa paura, non Renzi) e fare come la Crimea. Cioè, fare un fischio a Putin e chiedere l’annessione come Stato indipendente alla Federazione Russa. Allora sì che i nostri sgherri della domenica troverebbero i carri armati. Allora no che l’armata Brancaleone si avventerebbe con tanta leggerezza d’animo contro il popolo veneto. E a Renzi non resterebbe che mettersi il giubbottino di pelle, predere la bicicletta da hipster e correre a succhiare la tetta di mamma Merkel.  E magari, gli americani si deciderebbero a levare le loro basi militari dalla terra del leone marciano. Della serie, due piccioni con una fava.

Sarebbe bello vedere il popolo Veneto finalmente libero e autonomo. Ritrovare la propria fierezza ed autonomia, come i marinai di Sebastopoli. Che appena decretata l’indipendenza dal governo ucraino issarono subito la bandiera col simbolo della loro città. Ce li vedete i lagunari, storiche truppe veneziane, ad issare la bandiera col Leone di San Marco in tutte le città venete cantando

“O forza lagunare la più bella sei tu
di tutta la laguna la più bella gioventù”

Per i pochi che non lo sanno i Lagunari sono anche chiamati Marò. Si, proprio quelli bloccati in India. Dove un governo incapace e non credibile sta collezionando un’incredibile serie di figure di merda. Nel goffo tentativo di rimpatriare i propri soldati. Quale credibilità può avere un “governo non eletto” che perseguita i propri cittadini che democraticamente hanno votato per la propria indipendenza?

Viva ogni desiderio di libertà e di autodeterminazione. Abbia esso l’accento veneto o gaelico come quel figo di Bobby Sands.

E d’ora in poi, occhio con il Risiko: se vi beccano con i carri armati, vi tocca l’ergastolo per terrorismo internazionale.

L’Ayatollah

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