Leghisti svegliatevi: un Salvini non basta
Noi siamo quel che facciamo.
(cit. Mio nonno, ma forse anche il tuo)
La Fiat fa le valigie e – dopo aver risucchiato per decenni denari agli italiani – se ne va all’estero, là dove possa meglio speculare in borsa e là dove i dividendi dei soci diventano più cospicui. Una mossa, usare le risorse dello Stato italiano per utilizzarle altrove, geniale dal punto di vista di Marchionne e della visione cinica dell’abilità imprenditoriale. Suicida per un paese che, già in crisi, perderà in investimenti lavoro e tasse.
La Electrolux mette sotto scacco i suoi lavoratori, avvisandoli che o accettano una sostanziosa decurtazione del salario per lavorare le stesse ore (se non anche di più) o possono iniziare a sfamare mogli e figli a pane e acqua. Mossa geniale dal punto di vista cinicamente aziendalistico dell’abbattimento dei costi ai fini di una maggior competitività. Suicida… suicida proprio, vedasi le drammatiche statistiche sui suicidi per perdita di lavoro che contraddistinguono il nostro Paese.
Il governo consegna per decreto quasi 8 miliardi di euro di proprietà dei cittadini alle banche private. Un tripudio per questi istituti, che avranno liquidità fresca fresca (non loro) da reinvestire per nuovi guadagni (loro). Tutto sotto il sapiente sguardo accompagnatore del prefetto Napolitano, la cui mano si muove per mettere al riparo la macchina infernale da incursioni dissidenti. E così giunge l’Italicum, un’estrema unzione per le ambizioni di vera rappresentanza degli italiani.
Napolitano, dunque, guida spirituale e Letta esecutore materiale, saldamente spalleggiati da una maggioranza dalla trasversalità imbarazzante. E se i grillini in questi giorni stanno tentando di mettere a ferro e fuoco il Parlamento (olè), e se i rimasugli di Alleanza Nazionale tentano furbescamente di coglier l’occasione con qualche azione ad effetto che ridia loro apparente credibilità, e se il leader della Lega Nord Matteo Salvini sta costruendo un’alleanza europea di opposizione, qualcuno in questi giorni ha peccato di scarsa incisività: la Lega.
No, non abbiamo sbagliato a scrivere. Ribadiamo la concretezza e la lungimiranza nel nuovo progetto politico a firma Salvini (unica vera alternativa in Italia), il quale come un dannato sta battendo piazze, mercati e tv per presentare al popolo posizioni alternative al pensiero unico. Ma se un leader così attivo sul territorio è caso più unico che raro, ciò non deve legittimare i dirigenti e i militanti leghisti ad adagiarsi sul suo “superomismo”. In giorni concitati come questi, in Parlamento i leghisti devono essere i primi a creare scompiglio con i grillini e sul territorio devono essere i primi a battersi contro Fiat, Electrolux e contro tutto ciò che danneggia la comunità. Non a perdersi in disquisizioni su fiction straniere che parlano di immaginifici destini della Lombardia.
C’è un sistema assassino da scardinare, c’è un percorso eretico da intraprendere, c’è un leader che ha avuto il coraggio di farsene carico. C’è una battaglia vitale da fare QUI e ORA. E serve che ogni rappresentante presente nelle istituzioni e ogni militante presente nei territori, si svegli e dia il suo contributo. Sempre che non si voglia essere ricordato come indomabile combattente…solo ai videogiochi di guerra della play station.
Militanza politica significa, ancor prima che gestire, costruire. Il mondo è già pieno di aspiranti manager di sa Dio cosa, che però non si pongono un problema: non ci sarà nulla da gestire senza qualcuno che abbia prima costruito.
Dunque, deputati, senatori, assessori, consiglieri, siano i primi soldati.
Vincenzo Sofo
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