Siria. la guerra è finita. Oppure no
Vivere non è possibile, lascia un biglietto inutile.
Prima di respirare il gas, prima di collegarsi al caos.
Recita così “la guerra è finita” dei baustelle, che in questi giorni sembra stranamente attuale. Ebbene si. La guerra in Siria è finita. O quasi, parola di Talebano.
Siamo alla vigilia della conferenza di pace di Ginevra 2, il secondo tavolo dove si incontrano tutti gli attori della ennesima rivoluzione colorata (vedasi GUERRA in Siria). C’è un problema però: manca il rappresentante dell’opposizione armata siriana. Stando alla versione dei media occidentali, c’è una rivoluzione in corso. Tra un tiranno ed il popolo siriano ormai esasperato. Tuttavia, i cosiddetti rivoluzionari siriani, una galassia di organizzazioni estremiste (dal Fronte islamico ad al-Qaida), se guardati da vicino hanno passaporti che nella migliore delle ipotesi sono estremisti religiosi marocchini o turchi (ma anche tedeschi, francesi, sauditi etc etc). Di fronte ai giornalisti europei hanno sempre ammesso che non c’è mai stata una rivoluzione in Siria, ma un’aggressione straniera.
Recentemente il quartier generale dell’Esercito Libero Siriano è stato attaccato e gli arsenali sono stati saccheggiati dagli stessi mercenari assoldati. Il suo capo storico, il generale Salim Idriss, è fuggito in Turchia e ha cercato rifugio in Qatar. Da un paio di settimane poi i 40.000 uomini spina dorsale dell’ELS si sono volatilizzati nel nulla. Con armi e bagagli. Prima della sua istituzione, avvenuta attorno al 29 luglio 2011, l’ELS aveva un solo obbiettivo in agenda: la deposizione del Presidente Bashar al-Assad e lo sterminio degli Alawiti. Questo”strano esercito rivoluzionario”non aveva uno straccio di programma o proposta. Anche trascurabile era l’effettiva presenza di militari siriani disertori. Si è contato fino ad oggi un tasso di defezione del 4% nell’esercito siriano. Un po’ pochino per etichettare come “siriani” i rivoltosi.
In realtà, l’esercito libero siriano è una creazione statunitense prima e franco-britannica poi. Come la porcheria tutta europea compiuta in Libia. Armato dalla NATO e destinato a prendere il palazzo presidenziale, quando l’Alleanza atlantica avesse bombardato il Paese. L’ELS fu distrutto sul campo di battaglia e dai continui fallimenti diplomatici dell’occidente e del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ginevra 1). Era infatti noto che in realtà che questo esercito siriano fantoccio altro non era che il braccio armato dei servizi segreti UK e francesi; di cui la Coalizione nazionale siriana era il braccio politico. In definitiva, l’ELS poté ottenere (pochi) successi solo con l’assistenza diretta della NATO, cioè l’esercito turco che l’ospitava nelle proprie basi.
Ben altri sarebbero dovuti essere i risultati dell’ELS. Le televisioni già dipingevano i coraggiosi rivoluzionari che avanzavano e liberavano le polverose città siriane. Aiutavano e difendevano la popolazione civili inerme. Avete presente le solite immagini: bambino in lacrime che viene abbracciato dal buon rivoluzionario che lo sfama e lo disseta? Nella realtà le cose sono andate diversamente. Molto diversamente (religiosi rapiti, villaggi bruciati, stupri di massa etc etc)…e le armi chimiche sono state utilizzate, ma non da Assad.
Il problema è che l’ELS avrebbe dovuto trasformarsi in un vero e proprio esercito, con gerarchia e disciplina, non è mai stato in grado di farlo. Sentendo avvicinarsi la propria fine, dato il riavvicinamento turco-iraniano, l’ELS annunciò la propria eventuale partecipazione a Ginevra 2, ponendo condizioni diplomatiche irrealistiche. Ma era troppo tardi. I mercenari, giunti dalla Libia e dall’Arabia Saudita, (i 40000 suddetti che hanno tagliato la corda) hanno capito tale finzione. E hanno preso la”Via di Damasco”… al contrario però. Adesso è chiaro e alla luce del Sole che: non c’è mai stata una rivoluzione in Siria.
Attenzione però. Un conflitto sta finendo (bene direbbe il Talebano) ma un altro è dietro l’angolo. Occhio a cosa sta per succedere in Ucraina.
L’Ayatollah
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