La volpe quando all’uva non ci poté arrivare…
La mia capacità di formulare analisi di qualsiasi genere è più o meno pari a quella che esercito durante i miei primi appuntamenti (una pletora di schiaffoni e di “ci becchiamo in giro”). Così nel dover analizzare il convegno talebano dello scorso lunedì e trovandomi in bilico tra un’analisi politica degli sviluppi della conferenza (noioso) e un’analisi antropologica della platea (divertente), alla fine ho optato per una terza via: da buono studente di teoria dei sistemi, ho scelto l’analisi dei feedback (che di solito facciamo in da per numm, ma che condividiamo volentieri coi nostri lettori).
Il pubblico è stato a dir poco eterogeneo: militanti leghisti della prima e dell’ultima ora, uomini e donne di ogni ceto ed età, rappresentanti di istituzioni e partiti politici, ma anche affermati professionisti, tutti accomunati da una sincera curiosità e con alle spalle i più disparati percorsi politici e sociali. C’era anche un sikh (sic!). Apparirà chiaro, quindi, come anche i commenti siano stati abbastanza divergenti, a seconda delle aspettative e dell’apertura mentale degli avventori. Un buon 90% della platea ha lasciato la sala con un sorriso soddisfatto, ci ha salutato con una pacca sulla spalla o una stretta di mano e ha proferito un generoso “Bene, bravo, bis” (ci stiamo già lavorando). Probabilmente sono stati anche più del novanta percento, ma poi pensate che ce la tiriamo troppo.
Poi, ci sono stati anche i soliti manichei che non hanno capito un tubo e – dopo aver visto i vari Mantovani, Salvini, Borghezio e De Benoist (non necessariamente in quest’ordine) – hanno pontificato “E’ un sabba della Destra/del Fascismo!“, rivelando, quindi, una Weltanschauung tendente al manicheismo superstizioso e dimostrando di non essersi mai domandati cosa siano realmente la Destra e il Fascismo e se abbia ancora senso parlarne, secondo certe accezioni, dopo il Governo Salandra e l’epilogo di piazzale Loreto (per tacere della barbara e fallace abitudine di certe persone di collocare di qui o di là ogni personaggio finisca davanti a una telecamera). C’è stata anche un’altra categoria di detrattori: quelli dell’Io l’avrei fatto meglio, le cui obiezioni si sono principalmente concentrate nel rinfacciarci come una platea così composta (l’incontro era pubblico, NdA) non avrebbe potuto che generare i commenti dei deficienti di cui sopra, perché se la Lega vuole conquistare l’indipendenza della Padania non può accostarsi ai nazionalisti francesi, perché se la Lega vuole accostarsi a Marine Le Pen non può interloquire con l’antinazionalista De Benoist (poche idee ma chiare, eh!), ecc.
Nel rispondere all’aggressività di tali critiche, mi viene in mente Turiddu, il bersagliere della Cavalleria Rusticana, per cui, La volpe quando all’uva non ci poté arrivare… Disse: come sei bella, racinedda mia!
Lui sì che ai primi appuntamenti ci sapeva fare.
Ci becchiamo in giro.
Walter Quadrini
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