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L’Italia galleggia grazie ai nostri nonni evasori

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Che l’Italia sia in crisi nera, ce lo ripetono come un mantra ormai da qualche anno. Ogni giorno siamo sull’orlo del baratro. Ogni giorno riceviamo l’estrema unzione. Ogni sera andiamo a letto salutando i nostri cari come se non ci fosse un domani. Eppure, ogni giorno dopo, ci alziamo e ce la caviamo. In realtà, anche piuttosto bene. A sentire i dati estesi all’Europa, l’Italia è nei guai più o meno quanto Grecia, Spagna e compagnia. Ma se Irlanda e Portogallo boccheggiano, se la Grecia è ridotta letteralmente alla fame, se la Spagna ha già vissuto di recente rivolte di piazza… in Italia l’aria da cataclisma imminente non si percepisce affatto.

Si dice che i detti popolari e le massime della nonna contengano sempre saggezza. In mesi, anni di analisi impegnate sulla crisi economica nostrana, la riflessione più puntuale esce proprio dalla bocca del popolano qualunque. Le rivolte brasiliane, spagnole, greche, qui non le vedremo di sicuro. Nonostante la nostra situazione non si allontani di molto, non è questa generazione che darà il via alle sommosse. Ci toccherà galleggiare ancora un paio di decadi e poi potremo iniziare a sperare nel precipitare degli eventi.

L’Italia è, lo sappiamo tutti, un paese di risparmiatori. La fortuna del Bel paese è stata la cocciutaggine bigotta tradizionalista dei nostri nonni, che per anni hanno infilato soldi sotto il cuscino nell’ottica del risparmio non a proprio uso e consumo, ma da tramandare a figli e nipoti. Al sud, paradosso, nonostante la disoccupazione e l’economia tutta siano messe peggio, l’aria è più serena. Nonostante ci sia meno lavoro, si vive quasi meglio. La persona che, con 400 euro al mese, mangia, esce e dorme al caldo non è un essere mitologico ma la quotidianità. Questo grazie al nonno che in passato aveva il vizio di investire i risparmi di una vita per costruire case di quattro piani dove potessero vivere in futuro i figli, e i figli dei figli, e i figli dei figli dei figli. Così, il disoccupato meridionale, seppur in difetto di denaro più difficilmente si trova in difetto di mattone, e – con una famiglia vicina in grado di sfamarlo – può godere dei 400 euro puliti puliti per sigarette, aperitivi e hogan.

L’Italia è il paese delle case di proprietà se non addirittura delle seconde case. Quelle che il governo ora colpisce con Imu, Service Tax, proposte Kyenge (quella sulle seconde case) e diavolerie varie. Per allinearci agli standard europei, ci dicono. Ma se la situazione non è ancora precipitata, da noi, è perchè male che vada abbiamo una seconda casa in cui rifugiarci o – sempre male che vada – un’appartamento in eredità i nostri genitori riescono a passarcelo. Grazie anche alla nobile pratica dell’evasione, per cui i nostri saggi nonni truffatori hanno ritenuto più efficace infilare i sopra citati denari sotto il cuscino piuttosto che affidarli allo Stato malfattore. E con l’evasione, ci hanno costruito/comprato case. Quelle che ora ci mantengono a galla.

La vera domanda è: che cosa sarà in grado, la generazione di oggi, di lasciare alla generazione successiva? Nulla. L’affitto non si tramanda, il contratto a tempo determinato neppure. Tutt’al più, con un po’ di magheggi, qualche debito. Non evadere per affidare i risparmi allo Stato, che li consegna al Fondo Salva Stati, che li regala alle Banche, che li usano per lucrare sul prestito che ti concedono perchè hai bisogno di soldi e non hai risparmi.

Ancora un paio di decadi di pazienza. E poi la nuova generazione, forse, avrà la fortuna di esser libera di dar via alla rivolta.

1 Comment on L’Italia galleggia grazie ai nostri nonni evasori

  1. se ci si deve adeguare agli standard europei non si capisce perché la pressione fiscale in ogni paese sia diversa ed ovviamente la nostra più alta di tutti. Non è al 53% ma al 75%. Inoltre come mai in Italia non c’è il reddito di cittadinanza allora se ci si deve omologare all’europa? E come mai non abbiamo i servizi svedesi? Sono solo un branco di ipocriti che obbediscono al solo principio dei due pesi e due misure

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