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Non avrai altro dio all’infuori del partito. Parola di Finocchiaro

poltrona

La proposta di legge ammazza-democrazia arriva, manco a dirlo, dal Partito Democratico. Non che, beninteso, ci si strappi i capelli se un sistema marcio se ne va; ma ci cadranno dallo stress se uno ancora peggiore giungerà al suo posto.

La proposta avanzata da Zanda e dalla Finocchiaro (entrambi in quota PD) irrompe nel dibattito politico con un anacronismo stupefacente: le due menti geniali del centrosinistra, infatti, chiedono che la competizione elettorale sia limitata alle forme associative dotate delle caratteristiche di partito, pena la perdita – anche – di ogni forma di finanziamento pubblico. Qualcuno penserà che si tratta di una legge ad personam per far fuori il Movimento 5 Stelle: il solito ingenuo complottismo. Anche se, in questo caso, serve uno sforzo immane per non cadere in questa tentazione.

Dietrologia a parte, l’idea dei due parlamentarti è da Nobel. In un momento di totale disaffezione della cittadinanza ai vecchi partiti, la soluzione è lasciare il monopolio dell’attività politica ai partiti. Con un terzo degli italiani che hanno deciso di votare una lista solo per il fatto che non era un partito, la soluzione è vietare le forme di rappresentanza meno indigeste alla popolazione. In una fase in cui, ad ogni tornata elettorale, si registra il successo delle liste civiche rispetto a quelle ‘tradizionali’, la soluzione è imporre a tutti di diventare tradizionali.

Questa folle proposta di legge ha però un’utilità, palesare impietosamente il vero cancro da estirpare: gli Zanda, le Finocchiaro e tutti questi animali da stanza dei bottoni, la cui prolungata permanenza dentro il Parlamento e fuori dal Paese ha portato loro a rimuovere ogni contatto con la terra natìa per ricreare un nuovo habitat ermeticamente chiuso tra le quattro mura dorate dei palazzi romani.

La democrazia rappresentativa attuale è un fallimento. Le larve prodotte da essa tentano l’autoconservazione non con olio o aceto, ma con una dittatura partitica. La sola via di uscita in un contesto democratico, però, è la promozione via via maggiore di forme di partecipazione diretta dei cittadini, e di estensione della partecipazione politica a movimenti e associazioni dinamiche, flessibili e non mummificate come i partiti. Da che mondo è mondo, novità e  rivoluzioni sono state portate dal movimentismo; da che mondo è mondo, ogni forma di movimentismo ha perso la propria capacità propulsiva quando si è trasformata in partito. Da che mondo è mondo, è il partito a decretare la morte del sistema mentre è il movimento a salvarne la vitalità.

Vincenzo Sofo

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