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Renzusconi For President (aka La DC colpisce ancora)

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Vittoria governativa di peso per gli inciuciadores professionisti degli schieramenti “avversari” PD e PDL. In un curioso sbiadimento cromatico abbiam visto rosso, Bersani, arancione, i sindaci milanese e napoletano, bianco, il bischero fiorentino, ed ora: azzurro. Un colore più fresco, visto che la bella stagione avanza.

Sconfitta del PD, che se è vero che piazza come Presidente del Consiglio uno dei suoi (anche se sicuramente non il più sovietico) gli vede sedere accanto il sottomultiplo di Silvione, quello alto e magro che sembra il Chisciotte del Sancho Panza pregiudicato. Vittoria a metà del partito dell’IMU, che già nella cassa viene imprudentemente resuscitato da chi da anni ne agognava la fine.

I membri del governo ognuno li valuti per sé. Ma se pensiamo che alla “Pubblica Amministrazione e Semplificazione” c’è uno dell’UDC siciliana, abbiamo detto molto. Quello su cui dobbiamo riflettere è altro: e cioè la grande, viscida e maleodorante palude di immobilismo nella quale siamo entrati. I plausi al compromesso, in bocca a tanti e in primis riecheggianti nelle stanze del Quirinale, sono forse il segnale di un sistema politico che sta finendo. Tra forze affini, al di là di valutazioni generali, sono pressoché indispensabili: e già abbiamo visto cosa successe a Prodi nel 2006, e a cosa stava per succedere due anni dopo per via di Fini; immaginiamo tra parti, a parole, quasi antitetiche: e non solo a livello politico ma, si è visto, anche personale.

Invece questo esecutivo, se non tutta la legislatura, un bel pezzo di strada lo farà: e per un semplice fatto, e cioè che a tutti va bene così. Compromesso è reciproca concessione: si parte da destra e da sinistra, si arriva al centro; centro che, come noto, ha la grande qualità (?) che ci sia o non ci sia non ce ne si accorge. Si diceva, infatti, immobilismo. Non basta un ministro obanamente abbronzato (in senso tecnico non ha nemmeno un ministero), o la Bonino agli Esteri per assicurare una politica ‘di sinistra’ quando hai Lupi e Quagliarello che fanno le riunioni con te. Non prendiamo e non facciamoci prendere in giro: alla fine del mandato di questo governo, le cose saranno identiche a come le vediamo oggi.

Vorrei ricordare un attimo a tutti che durante alle primarie del Partito Democratico a Renzi era mossa l’accusa di essere favorevole ad un’intesa con Berlusconi (tutto dedotto da una colpevole cena ad Arcore): il sindaco di Firenze avrebbe snaturato il partito se ne fosse diventato capo. Meno male che invece la falange dei duri e puri di (centro)sinistra doveva tenere. Che futuro di democristiana staticità ci aspetta.

Andrea Carbone

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