Grillo e i suoi fratelli (angeli, demoni e scenari futuri)
Al centro dell’attenzione, in questo periodo post-elettorale, c’è sicuramente Beppe Grillo, il comico genovese che con il suo movimento ha sbaragliato tutti e sta per varcare le soglie del Parlamento con una truppa di circa 150 eletti. Tanto basta per creare il caos: tra i dirigenti del centrosinistra – che dopo averlo insultato per tutta la campagna elettorale, cercano di sedurlo per garantirsi la stabilità della poltrona faticosamente conquistata – e tra gli elettori tutti, che non sanno come interpretare questo fenomeno grillino in chiave futura.
Il giudizio politico sul valore aggiunto (positivo o negativo) apportato da Grillo e soci è effettivamente controverso, abbracciando numerosi aspetti. Il Movimento 5 Stelle sembra infatti essere scomponibile in 4 anime distinte (e distanti) tra loro: gli elettori, Grillo, gli attivisti, Casaleggio.
GLI ELETTORI. Il primo volto del M5S è quello dell’elettorato, di quel 25% circa di italiani che sono andati a votare scegliendo una manifestazione di protesta, magari sbrigativa, ma di sicuro netta. E’ questo il volto della contestazione dei partiti tradizionali e del sistema costituito, considerati inefficaci e superati. Il volto di un 25% di scranni istituzionali sottratti a destra e a sinistra, che hanno contribuito a non consegnare il governo nelle mani del pacchetto già confezionato Monti-Bersani-Merkel. Una novità dunque da salutare con favore, avendo impedito (unitamente alla rimonta di Berlusconi e alla vittoria di Maroni) la creazione di un equilibrio mortale per il Paese.
BEPPE GRILLO. Il secondo volto del M5S è ovviamente quello di Beppe Grillo. Il comico, da una parte rappresenta l’italiano medio nella sua voglia di Vaffanculo, ma aggiunge al voto sbrigativo e vuoto di contenuti dell’elettorato grillino il carattere antisistema. E’ sbagliato liquidare i contenuti lanciati da Grillo come boutades folli: proposte come il reddito di cittadinanza, la moneta locale, la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese e la nazionalizzazione delle banche/imprese in fallimento (senza dimenticare la delegittimazione dei sindacati) sono linee di indirizzo che chiunque voglia porsi contro il sistema sociale ed economico attuale deve prendere in considerazione. D’altronde Grillo non ha inventato nulla, si è limitato ad attingere dalle elaborazioni già circolanti negli ambienti della destra e della sinistra antisistema.
GLI ATTIVISTI. Quanto però portato avanti dal leader, sembra però non essere in realtà molto recepito e condiviso dagli attivisti del 5 Stelle e da coloro che stanno entrando nelle istituzioni. La base del movimento è composta prevalentemente da persone semplici senza particolare conoscenza politica e ancora avvolti nel vecchio schema destra-sinistra che invece Grillo vorrebbe (giustamente) superare. Il problema di affidarsi a gente inesperta di un movimento meramente virtuale senza momenti di incontro e approfondimento consiste proprio nel ritrovarsi a dover affidare il progetto politico di un partito a persone che non lo conoscono e – quando ne vengono a conoscenza – magari non lo condividono. La maggior parte di chi sposa il 5 Stelle (così come di chi lo vota), ne condivide la protesta e il Vaffanculo, ma non coglie il resto.
CASALEGGIO. Per far fronte a questa situazione, i vertici del 5 Stelle stanno cercando di tappare il più possibile la bocca ai suoi attivisti, lasciando la comunicazione esterna ai comunicati e ai post di Grillo. Gli unici momenti di incontro sono i meetup, dove la massa ha ruolo esclusivamente passivo, di ascoltatore delle parole… sempre di Grillo. Il tutto conformemente alle idee del fondatore del progetto 5 Stelle: Casaleggio. Gli esempi del telelavoro e del televoto denotano una società di cybernauti perennemente incollati al proprio Pc, senza altre interazioni se non quelle – filtrate – dei computer. Una società priva di rapporti interpersonali e di confronto “live”. Una società di post e commenti moderati dal direttorio centrale. Questa sarebbe la parte più oscura ed inquietante del fenomeno 5 Stelle.
In conclusione, il Movimento 5 Stelle ha sicuramente rappresentato a queste elezioni una “benedizione” in quanto freno al montismo in tutte le sue forme. Grillo offre spunti assolutamente interessanti per tutte le realtà che si battono per un’alternativa al sistema, ma deve fare i conti con una base impreparata ed incapace di coglierne il significato. Ed eventualmente con le sinistre ambizioni di Casaleggio. Ma ciò è ancora da verificare: per ora, il dato certo è l’elemento di rottura e di novità introdotto da Beppe Grillo sulla scena nazionale, al pari dell’irruzione del concetto di macroregione apportato da Maroni. Novità con le quali la politica italiana – ancorata a schemi obsoleti dati dal desiderio di autoconservazione – dovrà fare i conti.
…e dove la massa ha un ruolo attivo?