Catalunya… tu vuò fà l’americana?!
Mentre da noi si è consumato (purtroppo non completamente) il talent show televisivo delle primarie che tutti ha anestetizzato in questi giorni, gli occhi dell’opinione pubblica europea erano rivolti alle elezioni catalane, il cui esito può essere determinante per il futuro dell’Europa.
Per l’ immensa gioia di media, stati e organismi internazionali, non è andata esattamente come pensava il leader degli indipendentisti moderati, il quale vaneggiava di una vittoria schiacciante che di fatto avrebbe costituito un referendum anticipato. In realtà il nuovo parlamentino catalano è sì composto per più della metà da deputati indipendentisti, con il piccolo problema della diversa appartenenza partitica: il partito del governatore uscente Mas, infatti, ha perso 12 seggi a vantaggio dell’ altra formazione autonomista, quella di ultra sinistra. E, inutile dirlo, i due partiti in questione non hanno in comune praticamente niente… a parte l’ indipendentismo, si intende.
Ma la sola vocazione secessionista può essere sufficiente a mettere d’accordo tutti? Evidentemente no. Sia ben chiaro, lungi da noi esultare insieme ai servi di tutte le risme che pensano ormai scongiurato il pericolo indipendentista (progetto diametralmente opposto a quello del super stato europeo centralizzato e governato da tecnici e banchieri), anzi: già in tempi non sospetti Il Talebano ha salutato con rinnovata speranza il vento autonomista che ha cominciato a soffiare in tutta Europa.
Però, c’è un però grosso come una casa. E’ davvero auspicabile il sorgere di piccole patrie, la nascita di stati indipendenti, il fiorire di esperienze autonomiste, se il risultato è semplicemente una versione in scala del modello di stato nazionale originario da cui ci si dovrebbe staccare? Siamo sicuri di volere scissioni motivate esclusivamente da motivi economici, con la naturale conseguenza di non mettere cultura e tradizione al centro della nascita del nuovo soggetto statale, qualunque esso sia?
Un esempio su tutti: avete presente le colonie nordamericane che diedero vita ai favolosi United States of America? Siamo sicuri di voler ripercorrere quella famosa strada, ovvero di una lotta indipendentista motivata non da identitarismo, cultura tradizionale e comunitarismo, ma molto più semplicemente da un problema di tassazione (a loro detta) troppo alta?
Avanti quindi con l’ Europa della piccole Patrie, ma che siano il compimento di una volontà fieramente identitaria e ferocemente innovatrice.
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