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Incidenti… perchè No?!

A veder gli scontri, il Talebano si è leccato i baffi. Non lo neghiamo. Non perchè siamo dei pazzoidi criminali, non perchè proviamo perverso e sadico piacere nel veder sgorgare sangue. Ma perchè a noi, questo sistema, non piace affatto. E proviamo gusto ogni qual volta ci sia qualcuno o qualcosa che lo mette in difficoltà.

Scrivevamo qualche giorno fa del vero cancro della nostra società: quell’individualismo borghese che porta a lamentarsi quando le proprie cose personali vanno male, limitandosi a risolvere i propri casini e non curandosi di quelli degli altri… anzi non tollerando il lamento di questi. Lo stesso spirito che porta – come reazione – a prendersela con i manifestanti, al grido di “andate a lavorare!“. Lo stesso spirito che porta a dire che un conto è manifestare, un conto fare casino, che le manifestazioni vanno bene se sono pacifiche, se non limitano la libertà altrui, etc etc.

Siamo in un periodo in cui le persone e i popoli hanno perso ogni sovranità e voce in merito al loro destino, spodestati proprio da coloro che avevano eletto affinchè si occupassero della loro tutela… e che invece hanno usufruito del potere consegnato per venderlo ai potentati economico-finanziari, ormai saldamente alla guida dei governi. Ma la situazione l’abbiamo già descritta un sacco di volte.

Al popolo è concessa la possibilità di dissentire, purchè in modo pacato, non rumoroso e soprattutto autorizzato. Ossia in un modo ampiamente previsto e messo in conto dal sistema stesso, che concede al servo l’ora d’aria per sfogarsi, in modo tale da rientrare poi nei ranghi e continuare a servire come prima.

I giovani, in questo contesto, rappresentano la parte meno marcia del sistema. L’età li rende ribelli per natura ed il sistema, da sempre, incontra più difficoltà nel metterli al giogo. Con tutti i limiti e i difetti, sono la parte che meglio (o meno peggio) resiste all’anestesia. E proprio perchè, al giorno d’oggi, anche tra i giovani va via via perdendosi l’animo ribelle, a maggior ragione vanno elogiati coloro che lo fanno.

Vero è che molti di essi in realtà non hanno chiari i motivi per cui manifestano: chissenefrega, resta il fatto che, anche solo istintivamente, sentono la necessità di farlo. Vero è che molti sono lì non per manifestare ma semplicemente per fare casino: anche in questo caso, è pur sempre una forma di vitalismo. Di certo più apprezzabile di un giovane monopolizzato da smartphone e play station.

Si obietterà che questi metodi forti e violenti non fanno altro che danneggiare i poveri poliziotti che compiono il loro dovere e i semplici cittadini. Quanto a questi ultimi, di certo non pensino di cambiare il loro destino guardando il calcio in tv. Quanto alla Polizia, il suo compito è il mantenimento dell’ordine, intendendo per questo la salvaguardia del popolo (il suo datore di lavoro) e non dei governanti da esso delegati. Anche perchè, nel momento in cui il popolo si ribella ad essi, i governanti sono automaticamente delegittimati.

Se dunque bisogna sostenere le forze dell’ordine nella loro azione di protezione del popolo dai pericoli, non è certo da difendere il loro operato quando avviene al soldo del potere contro il popolo. In questo caso, per chi vuole cambiare il sistema, le forze dell’ordine diventano anzi uno dei simboli del nemico da sconfiggere. Non è neppure una giustificazione (ma semmai un’aggravante) il fatto che ciò venga fatto per lavoro: il lavoro non è di per sè sufficiente a creare una sorta di immunità dal giudizio morale… il lavoro è una mera azione, e – come tale – può essere giusta o sbagliata. Vendere i propri servigi ai governanti che sottomettono i popoli, è un pò come fare il tirapiedi del delinquente.

E’ bene dunque che la Polizia recuperi il suo senso iniziale e smetta di rendersi complice di questo sistema immondo. I poliziotti, che sotto la divisa sono cittadini comuni e dunque anch’essi vittime del sistema, si rendano conto che ogni manganellata data ad un manifestante è una manganellata data al futuro proprio e dei propri figli.

Quanto ai manifestanti, è bene invece rendersi conto che queste azioni sono condannate ad essere totalmente inefficaci se caratterizzate da sporadicità e parcellizzazione. E’ necessario che ci sia un fine politico (nel senso più alto del termine) per dare concretezza alla battaglia: che non è portare al successo la destra o la sinistra, ma far sì che i giovani possano riprendere in mano il proprio futuro. E’, questa dell’abbattimento del sistema attuale, una battaglia generazionale che deve slegarsi dagli schieramenti politici. Perchè accomuna tutti.

Dunque, Il Talebano sta dalla parte degli studenti. Anche quando si tratta di menare le mani (d’altronde, se così non fosse, i libri di storia sarebbero quasi prive di rivoluzioni). Con buona pace per chi si vede rotto il finestrino del Mercedes pagato a rate: non sarà certo piacevole, ma ancor meno piacevole è esser schiavizzati dalle oligarchie che sfruttano il tuo sudore per gonfiare il proprio portafogli. Siamo certi che, se tutti si unissero alla battaglia, non ci sarebbe neppur bisogno della violenza per cacciarle.


1 Comment on Incidenti… perchè No?!

  1. Il punto è che questi erano studenti aizzati dai loro insegnanti, che non volevano sacrificare le loro 18h/settimana, 4/7, 9/12 (e stipendio favoloso). Gira che ti rigira, dal 68 in poi, in italia si sciopera e si manifesta per un solo motivo: gli sghei. Un brutale e indiscriminato uso della violenza da parte della comunità potrebbe essere una buona soluzione, contro certo genere di parassiti stessa.

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