Ok la linea di Salvini e Maroni sulla Lombardia
di Vincenzo Sofo (tratto dal blog www.vincenzosofo.com)
Due giorni fa, sul blog del Talebano, avevo espresso la speranza che Formigoni e i suoi venissero fatti fuori dalla Lega, proponendo però le complicazioni politiche della faccenda ed confidando infine in Maroni e Salvini, per una soluzione che rappresentasse un giusto equilibrio tra le questioni sottolineate.
Quest’oggi, leggendo i quotidiani, le notizie che si apprendono sulla faccenda Lombardia sono contrastanti e difficilmente comprensibili: c’è chi scrive che la Lega ha lasciato il “Celeste”, che chi scrive che lo sta tenendo in piedi, c’è chi addirittura scrive tutt’e due le cose (due articoli con due titoli opposti sullo stesso giornale).
E’ necessario sottolineare, in premessa, che tutto ciò nasce dalla assurda prepotenza di una persona – Formigoni – che si ostina a non voler riconoscere la propria responsabilità (perlomeno politica, se non personale), mixando tentativi di spacciarsi per ingenuo a tentativi di ricatto… il famoso “se cado io, cadono anche Veneto e Piemonte” dimostra ampiamente l’ignobiltà di una persona (e di un partito) disposta a mandare in rovina dei territori per salvare la pelle.
Ingenuo o delinquente che sia, Formigoni ha in ogni caso palesato la propria inaffidabilità. Motivo per il quale tutte le anime buone stanno in questi momenti sperando – mosse dalla rabbia – che sparisca immediatamente. Su questo istinto giocano ovviamente le opposizioni, che fanno pressioni sulla Lega per trarne un vantaggio elettorale/politico facile ed immediato. Insomma, tutti speravano e sperano nei fuochi d’artificio, nella mossa teatrale.
La Lega, invece, sembra aver optato per una soluzione “low profile”, dall’effetto meno eclatante e certamente meno efficace elettoralmente, anche perchè facilmente strumentalizzabile. Eppure dai risultati identici. La Lega, infatti, ha effettivamente staccato la spina a Formigoni. Il suo mandato è finito. Si va ad elezioni… che però – per motivi tecnici piuttosto evidenti – potranno avvenire solo nei primi mesi del 2013… che fare dunque?
Il Lazio docet: dimissioni teatrali e mediatiche, elezioni tra non si sa quanto tempo (sempre per gli stessi motivi tecnici)… e nel frattempo… una Regione i cui lavori sono bloccati (o, peggio ancora, lasciati alla esclusiva mercè dei Presidenti spodestati). A questa soluzione, la Lega preferisce portare la Lombardia ad elezioni evitando 6 mesi di interruzioni… staccando comunque la spina: l’azzeramento della Giunta (che peraltro fa perdere poltrone alla Lega stessa) è a tutti gli effetti un’interruzione dell’operato di Formigoni. Vero è che quest’ultimo resterà fino ad Aprile, ma si tratterà di una presenza meramente formale, esautorata da ogni potere… la conduzione transitoria della Regione verrà affidata ad alcune persone incaricate di portare a termine alcuni progetti fortemente voluti dalla Lega (riduzione ticket sanitari, provvedimenti in favore dei padri separati, ecc.).
Se la strategia decisa da Maroni e Salvini può dunque – al limite – essere criticabile da un punto di vista propagandistico/elettorale (far saltare teatralmente il banco avrebbe portato più benefici in termini di voti… in caso di nuovi scandali da qui ad Aprile, i cittadini potrebbe), non lo è certo dal punto di vista della responsabilità politica. A conferma del fatto che la nuova Lega sta cercando di concentrarsi sui contenuti piuttosto che sull’apparenza (non a caso è stato l’unico partito a fare degli Stati Generali Tematici per parlare di progetti, mentre tutti parlano di campagne elettorali).
A noi resta la voglia matta di veder Formigoni saltare in aria all’istante. Ma in politica, si sa, ogni tanto il realismo si mette di mezzo. La soluzione individuata da Salvini e Maroni, fa sì che quest’ultimo non prenda il sopravvento sull’esigenza di spazzare via i delinquenti. Senza mandare in frantumi un progetto politico.
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