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La Lega spazzi via Formigoni e la sua banda

Dacci oggi il nostro arrestato quotidiano. Questa mattina ci siamo svegliati con l’ennesimo membro della Regione Lombardia finito in manette: l’Assessore alla Casa, Domenico Zambetti. Ovviamente del Pdl. Ad ulteriore conferma del fatto che, collegandomi all’articolo di ieri in sostegno alla Minetti, ci sia un problema di sistema. Che coinvolge tutti. E’ sempre di oggi la notizia dell’indagine sul capogruppo dell’Italia dei Valori in Regione Lazio… è di questi giorni la notizia dell’arresto di un dirigente del Comune di Milano… sono note anche le vicende giudiziarie dei più celebri Penati, Vendola ed Errani.

Il problema, presente a destra come a sinistra, è di sistema ed è talmente palese da essere persino noioso da approfondire. Quello che ci interessa affrontare, invece, è il problema politico riguardante la Lombardia. Il numero di indagati/arrestati presenti in Consiglio Regionale è ormai spaventoso: la situazione è aggravata dal fatto che molti di questi facciano parte della Giunta, ossia dell’organo governativo della Regione. E’ dunque evidente, al di là delle beghe personali che lo coinvolgono direttamente, la responsabilità politica del presidente Formigoni, reo – in ogni caso – di aver inserito quelle persone all’interno del suo staff. Tanto più che non si tratta di un caso isolato. Qualsiasi uomo dotato di un minimo di senso dell’onore e di responsabilità che si trovasse al posto del “Celeste”, dunque, non dovrebbe avere esitazioni a dimettersi e a sparire dalla circolazione.

In questo contesto entra la Lega Nord. Anch’essa di recente colpita da scandali di mala politica, ma capace (esempio unico) di punire ed escludere le mele marce per evitare che le colpe dei singoli diventassero sistema e minassero il progetto politico. La Lega, ora, è davanti ad un bel dilemma:

  • da un lato, la partecipazione al governo della Regione spinge a voler resistere e addirittura ad approfittare della debolezza di Formigoni per avere un maggior peso sulle decisioni e portare a casa alcune battaglie importanti (vedi la riduzione dei ticket sanitari). Far cadere Formigoni significherebbe nuove elezioni, con il rischio di perdere e dire addio ai progetti che stava portando avanti;
  • dall’altro, è evidente che la partecipazione al governo della Regione pone una corresponsabilità sull’operato della stessa. Mantenere in piedi una siffatta Giunta (e un siffatto Consiglio) significa far passare il messaggio (errato) di tolleranza rispetto a determinati eventi. Farla cadere significa dimostrare di volersi distinguere, di non volersi mischiare con il malaffare… anche quando ciò non la tocca direttamente.

La questione sembra banale, ma trattandosi di politica assume invece una certa rilevanza. Perchè la politica è fatta di obiettivi concreti da raggiungere, che in un sistema come quello attuale, spesso si scontrano con dei compromessi. E’ l’annosa questione del “fino a dove il fine giustifica i mezzi”. Per quanto ci riguarda, la Lega ha il dovere morale di abbattere questo consiglio regionale, sottraendo i cittadini lombardi dalla guida dei malfattori di Pdl, Pd, etc. etc. Probabilmente ciò non gioverebbe al movimento nel breve termine (la gente magari non sarebbe in grado di cogliere il gesto e tutto ciò che sta dietro e – alle prossime elezioni – non premierebbero la Lega) ma le permetterebbe di dimostrare all’Italia la sua maggior onorabilità rispetto a tutti gli altri schieramenti… con benefici anche elettorali nel medio/lungo termine.

La decisione, ovviamente, non spetta a noi: ma il movimento di Maroni (che già da Ministro dell’Interno seppe distinguersi positivamente) ha la fortuna di avere in Lombardia un segretario come Salvini, che da sempre – al di là delle provocazioni – ha sempre dimostrato di saper rappresentare la vera politica, a contatto con cittadini e territorio, lontano da lobbies e criminalità. Confidando in lui, vedremo quale sarà la scelta che il movimento farà per combinare la fedeltà agli obiettivi politici per i quali si è stati eletti al governo della Lombardia e la fedeltà alla natura pura e onesta del movimento stesso… insomma, per restare fedeli ai cittadini.

Vincenzo Sofo (www.vincenzosofo.com)

 

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