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Ha ragione la Minetti (e lo diciamo sul serio)

Tra l’opinione pubblica serpeggia sdegno e sconcerto per le ultime dichiarazioni rilasciate da Nicole Minetti, che – rispondendo ad una domanda sulla sua effettiva competenza politica – ha spavaldamente dichiarato:

“la politica non deve essere per forza di persone preparatissime, la politica rappresenta tutte le categorie“.

Tanto è bastato per sollevare le ire degli italiani, che hanno gridato all’oltraggio alla democrazia e alla dignità del nostro Paese.

Eppure la Minetti ha inconfutabilmente ragione. Certamente è fastidioso ammetterlo, ma è così. La politica infatti, nella sua accezione originaria non è altro che occuparsi della cosa pubblica. Possibilità che la democrazia offre a tutti indistintamente… Il concetto che sta alla base della democrazia è infatti la partecipazione, non la competenza. Nella democrazia diretta tutti concorrono alle decisioni della comunità, a prescindere che si sia filosofi o analfabeti, manager o prostitute. Chiunque ha lo stesso diritto: una testa, un voto. La democrazia rappresentativa è basata sullo stesso identico concetto, con la differenza che – in questo caso – il popolo non decide direttamente, ma delega terzi a farlo in sua vece. Il politico è infatti RAPPRESENTANTE dei cittadini.

Tornando alla Minetti, al di là di populismi e demagogie, non è certo lei una deviazione del sistema, bensì un legittimo esempio. Lamentarsi di non averla votata non è corretto: il popolo ha eletto i suoi delegati, i quali hanno creato la legge elettorale sulla base della quale è stata candidata la Minetti (i famigerati “listini bloccati”). Chiunque abbia votato, ha implicitamente accettato quel sistema e si è espresso a favore della lista che presentava il pacchetto per lui più soddisfacente.

Ecco quindi che la Minetti non è meno legittimata nel suo ruolo rispetto ai suoi colleghi. Peraltro ricordiamo che, anche con sistemi elettorali che permettevano l’espressione delle preferenze, è stata eletta in Parlamento Cicciolina. Eletta da una parte di Italia che, a prescindere dalla sua effettiva preparazione, voleva essere rappresentata da una pornostar… possibilità gentilmente offerta dalla democrazia. Stesso discorso vale – ad esempio – per tutti gli ex terroristi seduti in Parlamento oggi e ieri. Stesso discorso vale per tutte le persone valide approdate sulle poltrone della politica.

Per quanto riguarda la responsabilità politica, peraltro, non deve certo essere la Minetti a risponderne (non avendo ella fatto altro che accettare un’offerta di candidatura avanzata dal suo partito), bensì il leader del partito stesso: le eventuali dimissioni, dunque, andrebbero chieste a Berlusconi, ad Alfano e al coordinatore regionale del Pdl, che hanno scelto di candidarla.

La Minetti dunque, con una semplicissima e apparentemente superficiale dichiarazione, ha smascherato il vero problema: che non è la sua presenza in consiglio, ma il sistema di gestione del potere adottato… la democrazia rappresentativa. Il vincolo della competenza è di per sè logico e condivisibile, ma richiede che ci si allontani da questo meccanismo per spostarsi verso un sistema di tipo elitista, per cui le decisioni non vengono più affidate al popolo (indipendentemente dalle capacità di valutazione) ma ad una élite di persone che abbiano la preparazione e le conoscenze adeguate per governare la cosa pubblica. Che abbiano competenze di categoria. Ciò implicherebbe la necessità di studiare possibili forme di coltivazione ed educazione di queste élite da parte della comunità stessa, ma soprattutto ciò implicherebbe l’abbandono del dogma della democrazia come la conosciamo oggi… Decisamente troppo per l’establishment al potere, non incline a delegare la possibilità di decisione e gestione del bene pubblico.

Per il momento, dunque, teniamoci questo sistema con tutti i suoi limiti. Ma si abbia almeno il buon gusto di non accanirsi su un capro espiatorio per lavarsi la coscienza e mantenere il velo d’ipocrisia. Perchè in fondo, lo sappiamo tutti, la Minetti non è niente di meno di un italiano qualsiasi.

1 Comment on Ha ragione la Minetti (e lo diciamo sul serio)

  1. Non fa una grinza!
    Bell’articolo

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