Milano e la cultura della morte (in arrivo le stanze del buco))
Narcosale a Milano: ci si ucciderà con l’aiuto delle Istituzioni
(tratto dal blog www.vincenzosofo.com)
C’era una volta l’idea di uno Stato etico. C’era una volta l’idea che le istituzioni avessero non soltanto il fine di amministrare e governare la burocrazia, di far sì che il popolo avesse pane ed acqua a sufficienza per sopravvivere. Bensì quello di essere primo esempio e valido supporto alla crescita della comunità, in senso morale e sociale oltre che economico e materiale. C’era una volta. Fino a che il compito delle istituzioni non è diventato quello di accompagnatore, di assecondatore di tutte le scelte dell’individuo, qualsiasi esse siano. Di facilitatore. Secondo la migliore tradizione relativista per cui ognuno è libero di fare ciò che vuole… e chissenefrega.
Ad omaggiare questa linea ci hanno pensato, a Milano, il sindaco Pisapia ed il suo clan, i quali stanno accogliendo l’iniziativa promossa dai radicali (attraverso un comitato al quale hanno aderito anche la capogruppo Pd Carmela Rozza e altri consiglieri comunali di maggioranza) riguardante l’istituzione di “narcosale”, ossia di luoghi comunali dove chiunque può accedere per drogarsi, con l’aiuto di personale fornito dalle istituzioni.
Tralasciando l’aspetto della legalità, fin troppo palese, l’aspetto allarmante è il tipo di approccio – sconsiderato – adottato dall’amministrazione. Che liquida il fenomeno della tossicodipendenza come un semplice problema sanitario: drogati pure, purchè con precauzioni igieniche… e purchè resti in vita… sennò le tasse chi le paga.
Ci si dimentica invece dell’aspetto sociale: il vero problema della droga risiede nella motivazione che spinge la gente ad entrare nel tunnel, strada che diventa mortale anche senza raggiungere la morte fisica. Perchè porta ad annientamento celebrale, psicologico e spirituale. Perchè porta a dipendenza, depressione ed emarginazione. Un’istituzione ha il dovere di operare in questo senso, per sottrarre i propri uomini e le proprie donne a questo infausto destino. Altrimenti diventerà inevitabilmente causa e complice di vite spezzate, finite, distrutte. Come sa bene chiunque abbia avuto parenti, amici o conoscenti che – dalla tossicodipendenza – hanno ottenuto morte e devastazione.
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