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Francia, la falsa speranza per l’Europa

L’esito delle elezioni presidenziali francesi ha fatto gioire molti. Sarkozy, una delle due stampelle che reggevano il famigerato asse Parigi-Berlino che ha messo il cappio all’Europa, è caduto. Feste in piazza, in nome della fine dello schiavitù dei governi nei confronti della finanza. Caduto il tirapiedi, nell’avvento di Hollande in molti hanno visto un cambiamento del vento, la nascita di un governo alternativo che avrebbe fatto cambiare rotta a tutta l’Europa.

In realtà anche Hollande, seppur leader di un partito opposto a quello di Sarkozy e di vesti socialiste, non potrà in alcun modo rappresentare questa svolta: egli è – alla pari del suo predecessore – una pedina del sistema, perfettamente allineato al processo dell’UE. Al di là del mutamento dialettico dovuto alla necessità di condurre una campagna elettorale di rottura verso il passato (unica strategia elettorale vincente per spodestare Sarkò), resta l’europeismo convinto del neo-presidente: è sufficiente ripercorrere la sua carriera politica, per scoprire in Hollande un acceso sostenitore di questa Unione Europea, il cui sviluppo ha sempre appoggiato in varie circostanze… l’introduzione dell’Euro, il referendum sulla Costituzione Europea (osteggiata invece dal suo partito), ecc. Senza dimenticare che Hollande e i suoi consiglieri sono anche molto vicini al celebre Gruppo Bilderberg.

Insomma, quella de “il vento sta cambiando” è purtroppo una mera illusione fomentata dai media e dalla stessa politica: non è un caso che nessuno, in Europa, si sia strappato i capelli per l’arrivo del leader socialista francese. Non è un caso neppure che i media si siano affrettati ad offuscare la vera novità arrivata dalle elezioni francesi: la crescita esponenziale del Fronte Nazionale di Marine Le Pen, votata da quasi un francese su cinque. Non un semplice fenomeno di grillismo, trattandosi di una forza politica che negli anni ha saputo rinnovarsi, restare attuale e proporre un modello sociale alternativo a quello attuale.

Questo è il vero cambiamento che emerge da questa tornata elettorale in Europa: popoli spazientiti che decidono di mandare a casa i loro governanti con qualunque modalità messa a disposizione dal sistema democratico… e forze alternative che rompono lo schema ottenendo consensi inattesi. Ma questo, la politica e i media, cercano di tenerlo nel cassetto, per non scatenare un putiferio.

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