UNA PILLOLA D’ANACRONISMO
di Andrea Carbone
Non voglio dire che il ventunesimo faccia schifo, o che vorrei esser nato chissà quanti anni fa. Ma alcuni elementi peculiari dei nostri anni davvero li detesto. Adesso mi vengono in mente questi.
Non voglio essere considerato solo un homo economicus, la cui umanità risiederebbe nel rifugiarsi nella sola strumentalità utilitaristica delle proprie azioni. Non ne posso più di dover produrre per consumare e consumare per produrre: vorrei vivere, se questo processo me ne lascia il tempo. Basta essere un voto che legittimi partiti senza partecipazione, retti da oligarchie di semi-ignoti potentati. Basta alla democrazia diventata da tempo demagogia (come se Aristotele non ce ne avesse avvertito migliaia di anni addietro). Soprattutto, basta alle pretese di onnipotenza del nostro intelletto, e alla scienza che per abbattere Dio venera piuttosto il materialismo.
Basta coi basta: cambiamo con l’azione ciò che non ci piace, a cominciare dal modo in cui pensiamo. Forse dovremmo solo iniziare a farlo più che con la categoria del “normale” con quella del “giusto”.
“La scienza è incapace di ripopolare il disertato cielo, di rendere la felicità alle anime in cui ella ha distrutto l’ingenua pace. Non vogliamo più la verità. Dateci il sogno. Riposo non avremo se non nelle ombre dell’ignoto”
-Gabriele D’Annunzio
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