Crisi economica e ricette: non tutto il male viene per cuocere
di Barbara Leva
Nuovo anno scolastico, nuovo palinsesto televisivo. Riviste che escono dall’estate con più pagine e più contenuti. Tratto comune dei due media è la presenza costante di ricette, proposte non più da figure obsolete sotto forma di grasso colante da leccare nelle feste, ma da giovani non per forza professionisti del settore, che presentano cibi contemporanei, giovani, economici e veloci.
Ritorno a qualche anno fa, giusto un paio, e ricordo che la ricetta c’era ma per le casalinghe e le pensionate, tutt’al più per qualche evento speciale. E ricordo che tutti si usciva a cena, a qualsiasi età, verso qualsiasi cibo. Mentre oggi, le cene forse aumentano, ma si chiudono nelle abitazioni private, davanti a piatti tradizionali quanto sperimentali. E vino, sempre tanto vino. Mentre infatti i grafici lamentano un crollo dei consumi, rinasce la tradizione domestica del ritrovo davanti al focolare. Si recuperano le piantine aromatiche sul balcone e anche i giovani prestano attenzione al cibo, alla sua preparazione e alla condivisione.
Se la grande industria fallisce, i no global per convinzione o per costrizione economica crescono e si espandono, senza più vedere la cura di sé come un atto costretto dal non potersi permettere altro, ma godendo del bello e del buono che ne scaturisce.
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